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I giornali grondano elogi del Napoli (gli stessi che fino a 10 giorni fa parlavano di smantellamento)

È un tripudio di osanna. Addirittura Repubblica – che a Napoli per 18 mesi ha spacciato Gattuso per Van Gaal – definisce errore marchiano l’esonero di Ancelotti

I giornali grondano elogi del Napoli (gli stessi che fino a 10 giorni fa parlavano di smantellamento)
foto Ciambelli

Ci sarà un motivo se in tanti film – soprattutto americani, pensiamo ad esempio a Natural Born Killers – le sceneggiature riservano ai giornalisti la parte degli idioti. Degli inutili idioti. Acuto – per ricordarne un altro – anche l’episodio del film italiano di Woody Allen interpretato da Roberto Benigni. Il giornalista è come il pesce dell’acquario, gi getti un po’ di mangime e va. Così viene descritto.

Stamattina, leggendo i nostri quotidiani, sembrava di essere su Scherzi a parte. Sono un profluvio di complimenti nei confronti del Calcio Napoli. Come in Orwell 1984, non siamo più in guerra con l’Eurasia bensì con l’Estasia. E quindi bisogna regolarsi di conseguenza. In quel caso provvedevano anche alla ripulitura degli archivi, qui siamo bonaccioni. Tanto oggi pomeriggio nessuno ricorderà quel che si è detto o scritto stamattina.

Fino a quindici giorni fa il pensiero unico era che il Napoli si fosse ridimensionato, addirittura in smobilitazione. Ce ne fosse stato uno, uno, che avesse preso sul serio l’operazione del Napoli. Che poi era un’operazione elementare, chiarissima. Rinnovamento. Per ridurre gli ingaggi e per far entrare aria fresca nello spogliatoio.

Invece abbiamo assistito a una cura anabolizzante che ha gonfiato a dismisura il valore dei calciatori che sono partiti. Più si allontanavano da Napoli, più cresceva il loro peso calcistico. Da buoni giocatori, a ottimi, a indispensabili, a campioni, a fuoriclasse. In un crescendo rossiniano. Calciatori storici per il Napoli spacciati per calciatori fondamentali della storia del calcio.

Tutti i nuovi arrivi – in primis Kvaratskhelia – trattati come persone di passaggio reclutate al mercato dei fiori a prima mattina. Addirittura ci è toccato leggere dichiarazioni di giornalisti sul valore sentimentale dei calciatori. Gli stessi, ovviamente, che elogiarono il cinismo della Juventus quando ruppe con Del Piero.

Oggi invece Il Messaggero scrive di Spalletti miglior allenatore italiano e di De Laurentiis grande dirigente ma entrambi snobbati dai media per il loro caratteraccio. Il Giornale si spinge a scrivere che “finalmente a Napoli avranno dimenticato le illusioni del sarrismo” (sono passati quattro anni!). E parla di Napoli europeo “rifondato, fors’anche bonificato nello spogliatoio”. La prima giornata di Champions ha evidenziato una distanza importante tra il Napoli e le altre italiane. E quindi tutti i commentatori si sono adeguati.

Addirittura Repubblica sforna uno smodato elogio del rinnovamento di De Laurentiis e Giuntoli. Con toni e termini che non avevamo mai scorto sulle pagine soprattutto locali del quotidiano che oggi definisce generazione di perdenti i giocatori andati via.

appesantita dagli anni e dagli stipendi di Insigne, Koulibaly, Mertens, Ospina, Fabian e Ghoulam: la generazione di perdenti di successo che è stata invitata a traslocare da Castel Volturno.

E addirittura ci imbattiamo in un doppio carpiato con avvitamento rovesciato del quotidiano che sulle pagine napoletane per un anno e mezzo ha spacciato Gattuso per una sorta di incrocio tra Happel e Van Gaal. Ora l’esonero di Ancelotti viene definito un errore marchiano.

Anguissa, Lobotka, lo straordinario Zielinski di mercoledì, Osimhen: campioni in pectore rimasti finora nell’ombra di Insigne & C. De Laurentiis aveva rotto coi big azzurri dalla notte del famigerato ammutinamento, autunno 2019, che costò la panchina a Carlo Ancelotti con un esonero paradossale: l’allenatore più vincente del calcio internazionale mandato via da una società senza scudetti dal 1990. Fu un errore marchiano e pure per questo ci sono voluti 925 giorni per riportare la Champions a Fuorigrotta, grazie all’inversione di rotta garantita nella scorsa stagione da Spalletti.

L’unico commento possibile è una citazione del più grande gruppo musicale mai esistito:

La vita è un varieté (bip sulla frase successiva)

 

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