Fa cose sto ragazzo belga che non si vedevano da tempo, da queste parti. A Firenze il segno del degrado di una civiltà
FALLI DA DIETRO – COMMENTI ALLA 3° GIORNATA DEL CAMPIONATO 2022-23
Prime partite vere.
All’Olimpico gli Aquilotti vincono grazie ai cambi.
Proprio così. Quando l’altro anno la Lazio decise di cambiare Inzaghi col Sor Polpetta.
E’ questo il malizioso il ritornello che circola da Ponte Milvio ai Parioli.
La LuLa sbarca all’Olimpico e si annuncia come uno spauracchio.
Sor Polpetta oppone i due centrali supportati a turno dai terzini e da Cataldi, in grande giornata.
In mezzo rispolvera Vecino, suo vecchio pallino, a guardia di Barella.
Inzagino sbaglia tutto quello che può sbagliare.
Rinuncia in partenza alla qualità del Turco e oppone un Gagliardini qualsiasi al Principe Serghei.
Errore da matita blu.
Mentre Dimarco e Bastoni dormono, il serbo superbo crossa per Felipe, che non segna mai tranne che contro i nerazzurri.
Poi a inizio ripresa ci penserà una zampata di Lautaro a ristabilire l’equilibrio.
Sor Polpetta vuol vincerla.
Sceglie la qualità. Entrano gli spagnoli. Pedro e Luis Alberto.
E’ la svolta.
Pedro, el canaro, appoggia indietro per l’andaluso che molla una pigna da trenta metri da far tremare l’Olimpico.
Poi il pluridecorato di Tenerife fisserà la tripletta con una perla a giro.
Ancora a secco il Monza.
“Ho chiesto difesa a uomo, punte alte, e lanci lunghi del portiere.” Chi dice che il Patonza non è più quello di prima, è servito.
Di calcio non capisce un cazzo esattamente come trenta anni fa.
Al rientro dalle fatiche teatrali, trovo il soggiorno di casa invaso dalla festicciola improvvisata dalla mogliera in onore del mio amatissimo nipote che vive in Germania, venuto a farci visita in compagnia del caciarone amico di Dusseldorf.
Mentre altri invitati si affollano, cerco a malapena spiragli per sbirciare le immagini dallo Stadium.
Interessante sarebbe vedere cosa farà Acciughina per cancellare la figuraccia di Marassi.
Danilo come centrale di difesa e regista basso, dato l’assenza di Bonucci.
Fiducia da subito all’ottimo Fabio Miretti diciannovenne di Pinerolo da futuro dorato.
78 secondi. E il serbo imita la Joya dal limite. Poi è monologo ergastolano.
L’unico errore è il mancato raddoppio.
Mou – uomo di rara schiettezza e comunicatore imbattibile – ammette nell’intervallo di aver avuto culo per averne subito solo uno, e urla ai suoi di provare sincera vergogna per loro.
Ne ha soprattutto per il centravanti. Si decida a darsi una mossa, perché ora è in arrivo il Gallo e il posto se lo dovrà sudare.
Sono parole che scuoterebbero le statue nelle piazze.
Cambia tutto. Nelle teste e nello schieramento sangue-oro.
Via la difesa a tre. Via il tappo a tre Pilsner.
Dentro il Faraone per dare una mano al fantasma di Abraham.
Dentro il ragazzo polacco sulla fascia al posto di Spinazzola ancora in rodaggio.
Sarà proprio il nigeriano di Camber, ancora su angolo, ormai indiscussa specialità della casa, a raggiungere il pareggio.
Con lo zampino dell’attesissimo ex.
L’ottima Helles addolcisce solo in parte l’amaro dell’ingresso in campo di Arkadio l’Armadio di Cristallo, in completo ergastolano a strisce Sing Sing.
Mai digerirò i peperoni imbottiti, cui stasera non so sottrarmi, e mai digerirò l’esercizio sadico del Piemonte, provinciale e privo di idee, che scende sistematicamente qui giù a depredare.
La festicciola prosegue fra pizze che mi svolazzano sulla capa e boccali di birra schiumante.
Intanto a San Siro tutte le attenzioni sono riposte sul gioiellino belga che meraviglia per la sua eleganza.
Fa cose sto ragazzo che non si vedevano da tempo, da queste parti.
L’intesa con Leao è tutta da costruire.
Ma la sensazione è che quei due possano presto formare uno dei tandem più appetitosi e intriganti della Serie A.
Tutto nel rispetto di quel progetto tecnico che è il manifesto di un modo “nuovo” di fare il mercato, e che inizia a diventare un riferimento per tanti.
Dopo venti minuti il ragazzo si presenta.
Palla recuperata a centrocampo e via di volata per servire il portoghese che di interno destro, un po’ ciabattando, sorprende Skorupski sdraiato sul lato opposto.
Continua ad incantare il biondo di Bruges.
E intanto una “bionda” della Baviera mi innaffia la schiena suscitando l’entusiasmo inebriato di tutti.
Super-giocata a liberare Kalulu, che purtroppo non capitalizza.
Applausi di San Siro.
Applausi per la “portata” regina della serata.
L’ingresso fastoso del memorabile tiramisù della casa.
Che, poi, diciamolo, con le birre non c’azzecca una mazza.
Ma a quest’ora so’ tutti ‘mbriaghi, e va bene di tutto.
Dopo gli eccessi della sera del sabato, la domenica si annuncia tranquilla.
A Firenze, da quando hanno abbandonato l’endecasillabo e l’incantamento per le forme di Michelangelo, va di moda da un po’ un passatempo nuovissimo.
L’invocazione al Vesuvio e l’insulto reiterato alla madre dell’allenatore avversario.
E’ il segno del degrado di una civiltà.
La partita è molto tattica.
Amrabat non molla un attimo Charlie Brown e ne stronca le iniziative.
Italiano bada al controllo anche sulle catene laterali.
Uscite bloccate dagli esterni.
Si attende una fiammata.
Che arriva a inizio ripresa.
Il Georgiano, molto sotto tono, fa l’unica cosa decente della serata. Pennella un cross perfetto per il Mariachi che di testa manda incredibilmente fuori.
Poi ci si mette la truffa Dazn.
Che mi condanna a non descrivere una partita non vista.
Il fine settimana si chiude così.
A smadonnare questi delinquenti impuniti.
E a ruminare residui di peperoni indigesti.