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Solbakken l’ala atipica che si è formata giocando a calcetto

Nasce pivot nel calcio a cinque. È strutturato fisicamente, è un esterno di grande brillantezza atletica. Pare rispondere alle richieste di Spalletti

Solbakken l’ala atipica che si è formata giocando a calcetto
Roma 04/11/2021 - Conference League / Roma-Bodo/Glimt / foto Image Sport nella foto: Ola Solbakken

Ultimo, pivot, tacco, punta: a chi non se ne intende, a primo acchito, potrebbero sembrare parole buone per descrivere un balletto, magari il tip tap. Fidatevi, però, che sono buone pure per il calcio a cinque, per il futsal. Che è il mondo dove nasce, cresce, s’impone Ola Solbakken, l’atipica ala norvegese del Bodø/Glimt finita nel mirino di Napoli e Roma.

Solbakken è un atipico, sì. Così sarebbe il caso di descriverlo. Perché è di per sé piuttosto atipico che un calcettista diventi buono per il calcio a undici a grandi livelli. Qualche (illustre) precedente, per carità, c’è: su tutti Ronaldinho, che a futsal ha giocato nell’infanzia. Ma pure Ben Yedder. Molti di quelli che hanno fatto questo passaggio (e quelli che l’hanno fatto in un età relativamente adulta sono pochissimi), però, magari sono brasiliani, sudamericani. Al massimo delle periferie spagnole o francesi. Insomma, di quei posti dove i campetti, per la maggiore, sono di fortuna. Lui no, è norvegese. È un fatto atipico.

Così com’è atipica la posizione in campo. Qualcuno l’ha paragonato a Haaland. Forse per la nazionalità, forse anche per l’aspetto: Solbakken è alto quasi un metro e novanta, ha un fisico da centravanti. Eppure la sua carriera dice che Ola, per adesso, non fa il centravanti. Qualcosa suggerisce che possa diventarlo, il fisico certo, e pure il passato da pivot, ma forse soprattutto il tempismo nell’attacco degli spazi. Per ora, però, il suo mestiere è un altro: fa l’ala, sebbene sia un’ala atipica. Può giocare anche a sinistra ma preferisce agire a destra visto che ama rientrare sul suo piede preferito, il sinistro. Alla fisicità aggiunge una certa rapidità e una buona tecnica individuale. Fin d’ora non è uno che ha avuto un grandissimo rapporto col gol, anzi. Meno che nelle notti di Conference di quest’anno: nel panorama europeo, Solbakken  ha segnato 6 gol in 11 apparizioni, mettendo in mostra il suo variegato repertorio, un repertorio in crescita. Ha fatto qualche golletto pure alla Roma, che forse se n’è innamorata proprio in quell’occasione.

Ebbene, Solbakken può essere un’occasione a buon mercato. Per il Napoli, in particolare, qualora andasse via Politano. Rispetto al romano, il norvegese è certamente meno efficace nello stretto. E però porterebbe centimetri, brillantezza atletica, struttura fisica. Quello che gli azzurri pare stiano cercando sul mercato. Quello che s’intende quando si parla di Napoli osimheniano. Alla Roma, forse, potrebbe sostituire Zaniolo. A dicembre sarà svincolato, libero di accordarsi con altre società. L’impressione è che sia uno che s’ha da fare, che non s’è fatto ancora. Ma pure che sia uno di grandissimo potenziale e di innata duttilità, una caratteristica che nel calcio di oggi è sottovalutata e che invece fa la differenza.

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