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Con Kvaratskhelia e Olivera il Napoli guadagna 40 centimetri, come voleva Spalletti

Cambia la fascia sinistra, diventa più fisica. È l’aspetto su cui il tecnico di Certaldo ha riscontrato i principali limiti del Napoli

Con Kvaratskhelia e Olivera il Napoli guadagna 40 centimetri, come voleva Spalletti
Db Milano 21/11/2021 - campionato di calcio serie A / Inter-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti

Intanto il Napoli guadagna 40 centimetri. Tutti sulla fascia sinistra. Kvaratskheila – o Zizì, per accontentare De Laurentiis – è alto 183 centimetri, esattamente 20 centimetri più alto di Insigne (1,63). Mati Olivera, oggi a Roma per sostenere le visite mediche con gli azzurri, è alto circa un metro e ottantacinque: supera Mario Rui (1,68) di ben diciassette centimetri. Si potrebbe obiettare che l’uruguayano sulla carta è il rimpiazzo di Ghoulam che basso proprio non è, ma de facto il Napoli per diversi anni – a causa dei problemi fisici di Faouzi – ha avuto un solo terzino sinistro, ed è il portoghese. Olivera, nello scacchiere, giocherà al posto di Rui o in alternativa.

La catena di sinistra del Napoli, dunque, cambia completamente faccia. Alla tecnica nello stretto, agli scambi, al palleggio si sostituiscono forse definitivamente la fisicità, l’agonismo e la velocità. In questo senso può essere letto anche il riscatto di Anguissa, già annunciato dal presidente, che si unisce ai due veri e propri “nuovi acquisti”. I partenopei hanno la palese intenzione di cambiare il proprio physique du rôle: non più la squadra leggerina ma “deliziosa”, quella dei “piccoletti terribili”, ma al contrario una squadra in grado di reggere – per dirlo con le parole di Spalletti in una recente conferenza – anche un calcio di continue “pallate”. È l’aspetto su cui il tecnico di Certaldo ha riscontrato i principali limiti del Napoli, dei limiti endemici perché ben radicati in un gruppo che sta finalmente cambiando forma per riuscire a fare la sua parte anche dentro “quel livello che ci dà sofferenza”.

L’impressione è che la direzione intrapresa dalla dirigenza del Napoli sul mercato abbia la pretesa di marcare una decisa inversione di tendenza rispetto al passato. Non è detto che sarà meglio ma è certo che oggi sia il calcio europeo ad andare in questa direzione, e che gli azzurri facciano bene ad intraprenderla, a provarci. È il calcio in cui, ed anche la periferia italiana ne è la prova, fanno la differenza i Rafael Leao, gli Osimhen e i Vlahovic, calciatori straripanti innanzitutto da un punto di vista fisico ed atletico, al di là del livello di “raffinatezza”, per usare una cacofonica espressione di Cassano che è già il meme dell’estate.

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