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Alvaro Vitali: «Quando il telefono ha smesso di squillare, alzavo la cornetta per controllare che funzionasse»

A Specchio: «Ho passato anni difficili, ne sono uscito grazie a mia moglie, ma ci sono miei colleghi che si rifugiano nell’alcol o pensano al suicidio» 

Alvaro Vitali: «Quando il telefono ha smesso di squillare, alzavo la cornetta per controllare che funzionasse»

Su Specchio, un’intervista ad Alvaro Vitali. 71 anni, ha girato tanti film con Edwige Fenech, Gloria Guida e Lino Banfi. Dal 1983 è sparito dai radar ed è caduto nella depressione.

«Grazie a mia moglie, che mi ha spinto a uscire e a tornare a vedere gente, ho passato anni difficili ma alla fine sono riuscito a superarla, ma ci sono miei colleghi che si rifugiano nell’alcol o pensano al suicidio».

Due le sue passioni: la Roma e la musica. Sulla Roma:

«Andavo anche allo stadio a vederla, in tribuna Tevere, ma la gente mi riconosceva e passavo tutto il tempo a firmare autografi. Una volta mi sono girato verso un gendarme e gli ho chiesto: ‘Ma com’è finita la partita?’, perché non ero riuscito a vederla».

Ha lavorato con donne bellissime, senza alcun imbarazzo.

«Facevamo dai tre ai cinque film all’anno, fra noi attori e attrici che stavamo così spesso insieme c’era questa fratellanza per cui, quando ci si spogliava gli uni di fianco alle altre, non ci facevamo neanche caso. Eravamo tutti amici, ma ora non ci si vede e non ci si sente più».

Ora sente solo tanta malinconia.

«La tristezza è in noi, come i clown che al circo si trasformano in pazzerelloni. Quando si va a lavorare si tira fuori questa comicità che ti fa stare meglio, poi torni a casa e la malinconia torna a galla».

Quando non lo hanno cercato più per girare film, la malinconia ha preso il sopravvento. Nel 1983 il suo telefono ha smesso di squillare.

«Alzavo la cornetta per controllare che funzionasse».

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