Il calcio pensa ancora una volta di farla franca, crede di essere un bene primario. La realtà sembra un’altra e il mercato potrebbe svegliarli bruscamente
Anche oggi, alla sesta giornata di campionato, Dazn ci regala la certezza quotidiana: a molti utenti il segnale non arriva. Continuano a registrarsi disturbi sulla trasmissione, nella migliore delle ipotesi i ritardi che al momento sembrano inevitabili in streaming. È capitato con Spezia-Milan e ancora con Inter-Atalanta. Sui social c’è il solito coro di lamentele che ormai non fa più notizia.
Non siete in grado, cedete subito i diritti a qualcuno che lo è. Non era il calcio del popolo? Qua il popolo non vede nulla, indecenti
— Johnny (@Califfo74) September 25, 2021
Sto guardando una partita italiana in ritardo di 3 min. E pago pure. #Dazn
— William Cassano (@Il__Cassa) September 25, 2021
E anche stasera @DAZN_IT non funziona. Ma credo che ormai non serva neppure più lamentarsi, che pena. #daznout
— Stefano Lampertico (@StefanoLamp) September 25, 2021
#DaznDow @DAZN_IT Che vogliamo fare?!?!? pic.twitter.com/GwaSrQZfHJ
— Edoardo Giorgio (@EddiGiorgio) September 25, 2021
#DaznDow @DAZN_IT Che vogliamo fare?!?!? pic.twitter.com/GwaSrQZfHJ
— Edoardo Giorgio (@EddiGiorgio) September 25, 2021
È singolare, invece, e fa notizia l’atteggiamento della Lega Serie A che è l’unica responsabile dell’assegnazione dei diritti tv all’emittente. Non secondo il presidente Dal Pino (peraltro manager vero, uno dei pochissimi nel mondo del calcio) che oggi ha dichiarato che la Lega può solo protestare.
Nel mondo reale, quello che il calcio sembra non contemplare affatto, chi paga un servizio dovrebbe vederselo assicurato. La visione delle partite non è un regalo e nemmeno un’elemosina. Io pago e usufruisco di un servizio. Vale per il bus, il cinema, l’energia elettrica. Ci siamo capiti.
La Lega Serie A adesso vuol recitare il ruolo del consumatore privo di rappresentanza. Un travestimento che a noi appare improbabile. Ora, premesso che il calcio è un bene voluttuario e quindi nessuno morirebbe senza calcio, la Lega dovrebbe assumersi le proprie responsabilità. Non lo farà. Per fortuna, però, potrebbe farlo il mercato. Principalmente attraverso gli sponsor che hanno minacciato uno sciopero bianco. Ci sembra che le dichiarazioni di Dal Pino siano mosse proprio dalla preoccupazione di perdere gli sponsor. Per questo, il mondo del calcio fa finta di intervenire inviando lettere di protesta a Dazn e lasciando trasparire che stanno pensando a piani B.
La nostra impressione è che il calcio creda sempre di farla franca. Anche perché si percepisce bene primario, essenziale. Dal Pino e i presidenti di Serie A non hanno capito che non lo sono più. Basterebbe leggere il comunicato di Tim per capire che non è così. Non è difficile arrivarci.