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Luis Enrique l’incompreso: a Roma voleva imporre i suoi metodi e ne ha pagato le conseguenze (Relevo)

Un druido arrivato da Barcellona con idee avveniristiche, sofisticate, in anticipo sui tempi. E infatti durò appena un anno

Luis Enrique l’incompreso: a Roma voleva imporre i suoi metodi e ne ha pagato le conseguenze (Relevo)
Paris Saint-Germain's Spanish headcoach Luis Enrique looks on during the French L1 football match between Toulouse FC and Paris Saint-Germain (PSG) at The TFC Stadium in Toulouse, southwestern France, on August 19, 2023. Charly TRIBALLEAU / AFP

Luis Enrique l’incompreso. Dopo nove anni da quando lo scrisse il Napolista, anche Relevo ribadisce il concetto. Un’articolo di Relevo che ricorda l’esperienza romanda del tecnico del Psg, impegnato questa sera nella semifinale di ritorno di Champions League contro il Borussia Dortmund. All’andata finì 1-0 per i tedeschi. Che Luis Enrique sarebbe finito ai vertici del calcio europeo era piuttosto prevedibile per gli addetti ai lavori, ma l’inizio della sua carriera ha subito una pesante battuta d’arresto a Roma. Anche questo, considerando la città e l’ambiente giallorosso, era prevedibile.

Luis Enrique scelse il posto sbagliato, Roma è la terra dei privilegi

Per Relevo, a Roma Luis Enrique ha sottovalutato la storia della città. “Una questione puramente antropologica, sociologica, laica…“. Nel senso che un giovanissimo Luis Enrique si è ritrovato a lavorare in una città piena di distrazioni per via dell’ “incantesimo delle pietre antiche mescolate alla cultura mondana“.

Il tecnico spagnolo arrivò a Roma con l’intenzione di stravolgere tutto e infatti nemmeno i giocatori lo capirono all’inizio. «Vi dico una cosa di Luis. Ci abbiamo messo un po’ a capirlo, perché è arrivato con la sua idea del Barcellona di calcio posizionale», ammette a Relevo l’ex difensore della Roma Juan.

In altri termini, “è arrivato con idee avveniristiche, sofisticate, in anticipo sui tempi… Con slancio e iniziativa, senza prestare attenzione né rispettare gli orari o le caratteristiche del luogo fondato da Romolo e Remo: il disordine e il caos“.

Gli attriti tra l’ambiente, i giocatori, lo stesso Totti e il “druido arrivato da Barcellona” sono iniziati piuttosto presto. “Era sempre sotto i riflettori dei giornalisti, di alcuni tifosi (lo chiamavano Demental Coach) o anche dello stesso Totti, che in alcune occasioni lo chiamava Zichichi”.

Col senno del poi, tutto oggi riconoscono il valore di quell’allenatore che sembrava arrivare da Marte. Anche Totti. «Quando se n’è andato ci siamo abbracciati per tre minuti. È un grande. Non volevo che se ne andasse».

Che Luis fosse un personaggio “sui generis” lo si capiva dalle cose più semplici. Abitava vicino Formello, quasi vicino alla casa di Klose. “Ha ignorato anche altre raccomandazioni che lo incoraggiavano a cambiare zona“. Lo spagnolo se ne andò da Roma dopo poco più di un anno, rescissione unilaterale del contratto. “Il problema è che forse ha scelto il posto sbagliato, perché Roma è la terra dei privilegi, delle gerarchie. A pensarci bene, Luis Enrique forse ha sbagliato solo nel non aver rispettato la frase latina riferita alla città selvaggia: Cum Romae fueritis, Roman vivite more“. Ma Luis Enrique a Roma, voleva vivere secondo i suoi costumi.

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