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Ponte Morandi, l’ex dirigente Aspi: «Castellucci pensava solo ai risparmi, non al rischio disastri»

Sul Secolo XIX la deposizione ai pm dell’ingegner Camomilla: «Di autostrade non capiva nulla, era un bilancista. Mi disse: ‘Ci basta arrivare a fine concessione»

Ponte Morandi, l’ex dirigente Aspi: «Castellucci pensava solo ai risparmi, non al rischio disastri»

Sul Secolo XIX il verbale di interrogatorio dell’ingegnere Gabriele Camomilla. E’ uno dei 69 indagati per la strage del 2018. Dal 1986 al 2004 fu direttore centrale delle Manutenzioni per Aspi e seguì i lavori di consolidamento della pila 11. Lo scorso marzo ha chiesto di essere sentito dal pm Massimo Terrile nell’ambito del processo per il crollo del Ponte Morandi.

Camomilla parla di Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Aspi

«di autostrade non capiva nulla, era quello che io definirei un bilancista. La sua politica, non solo sulle manutenzioni, era sempre orientata al massimo risparmio sui costi e al massimo incremento degli utili. Era concentrato sul bilancio di ogni singolo esercizio e non è che si preoccupasse se il viadotto Polcevera, vent’anni dopo, sarebbe crollato oppure no. Io, invece, mi preoccupavo proprio di questo».

L’ingegnere continua:

«La visione di Castellucci era quella per cui, se in un dato momento storico l’opera non presentava problemi ed era in buone condizioni, i costi di manutenzione dovevano ridursi. Me lo disse esplicitamente: ‘Tutto quello che hai trovato e che hai fatto ci basta per arrivare al 2038, fine della concessione. Non ci serve andare più avanti, non ci servono ulteriori spese perché le opere sono sicure fino al 2038».

Per l’ingegnere

«tutto quanto dico è confermato dal fatto obiettivo che, dal 2005 in poi, e cioè da quando me ne sono andato via io, nessuna nuova tecnologia di controllo è stata introdotta, né sono state implementate quelle esistenti. Dal 2005 è evidentemente prevalsa la visione di Castellucci».

 

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