ilNapolista

La tesi di Gattuso al Master di Coverciano: «Con il club serve rispetto reciproco»

Sul Corriere Fiorentino: «Il gruppo deve avere poche regole, chiare e semplici, scelte dall’allenatore. Il silenzio stampa comunica sfiducia. Il mental coach non serve».

La tesi di Gattuso al Master di Coverciano: «Con il club serve rispetto reciproco»

Rino Gattuso si prepara a guidare la Fiorentina in panchina. Intanto, l’ambiente si prepara ad accoglierlo. Il Corriere Fiorentino analizza la sua tesi di laurea al Master di Coverciano. Il quotidiano ne riporta alcuni estratti. Il titolo è: «Luci e ombre nel percorso di carriera dell’allenatore». E’ datata 2014.

«Sono tornato tra i banchi di scuola e da ragazzino non mi piaceva mica tanto. Sarei bugiardo se dicessi che all’inizio non sperassi in un’agevolazione per meriti sportivi riservata ai campioni del Mondo. Oggi penso l’esatto opposto: la formazione mi ha reso più ricco».

Nella tesi, Gattuso si concentra soprattutto sul rapporto con la squadra. Per lui, «allenare è un’arte».

Spiega come comunicare con i calciatori.

«Quando la squadra è riunita penso sia opportuno dare istruzioni collettive. Ciò permette un miglioramento nella conduzione del gruppo, con chiarezza e trasparenza».

I colloqui individuali devono essere più rari.

«Soltanto quando qualcuno è in un momento di particolare pressione esterna prediligo il colloquio separato in cui, il mio consiglio, è ascoltare».

Tra i due modi di dialogare con i calciatori c’è differenza, scrive.

«Non ci deve essere retorica, mentre in una comunicazione collettiva ci si può lasciar andare a toni e gesti più ad effetto. Fondamentale, per la stima reciproca, è la coerenza».

Sulle regole:

«Il gruppo deve avere poche regole, ma chiare e semplici. Devono essere scelte dall’allenatore, o discusse con alcuni membri della squadra. Mai devono essere percepite come un’imposizione, ma come una responsabilità personale e reciproca».

C’è anche una parte relativa alla gestione della settimana e della partita. Durante gli allenamenti, per Gattuso, vanno continuamente mischiate le carte, per tenere il più possibile tutti sulla corda. Durante le gare, invece,

«c’è bisogno di positività, trasmessa con fiducia e sostegno».

Sui rapporti con la società:

«bisogna mostrarsi responsabili, ma imponendo la propria personalità, ponendosi insieme gli obiettivi e avendo rispetto reciproco».

E su quelli con la stampa:

«Se c’è coerenza interna c’è anche all’esterno. Il rapporto con i media non va temuto, ma va gestito con intelligenza e rispetto tra le parti».

C’è spazio anche per il silenzio stampa: per Gattuso «comunica sfiducia».

E infine, il mental coach, che per il tecnico «non serve perché lo psicologo è l’allenatore che deve allenare anche i sogni. Deve arrivare al cuore, e mostrare traguardi che sembrano irraggiungibili».

 

ilnapolista © riproduzione riservata