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«Il Ministero sapeva che il Morandi era da chiudere ma si è disinteressato del problema»

Sul Secolo XIX le conclusioni dei pm. I dirigenti del Ministero avrebbero potuto bloccare il traffico ed intervenire con ispezioni ed interventi ad hoc. Non fecero nulla

«Il Ministero sapeva che il Morandi era da chiudere ma si è disinteressato del problema»

Per la Procura di Genova, anche il Ministero dei Trasporti ha le sue colpe nel crollo del Ponte Morandi. Sapeva dello stato di degrado del viadotto, ma si disinteressò del problema. Lo scrivono i pm nell’atto di conclusione delle indagini. Scrivono nero su bianco che i dirigenti del Mit hanno

«omesso di vigilare sul comportamento di Autostrade per l’Italia e così facendo hanno violato gli obblighi imposti dalla normativa e dalla concessione».

In particolare, a finire nel mirino degli inquirenti è il manager della Direzione vigilanza sui concessionari autostradali, Vincenzo Cinelli. I pm lo accusano di aver agito con superficialità.

«Non solo non procedendo ad ispezioni, visite e controlli diretti del Ponte Morandi, ma neppure richiedendo alla società concessionaria informazioni e documentazioni concernenti i lavori eseguiti, le condizioni dell’opera, le modalità adottate e le tecnologie impiegate per la sorveglianza».

Secondo i pm, i dirigenti pubblici sono rimasti

«volontariamente all’oscuro e si sono volontariamente disinteressati delle condizioni del viadotto Polcevera».

Sempre a proposito di Cinelli:

«Cinelli nel suo ruolo, nelle sue funzioni, nei suoi poteri ometteva di adoperarsi con disposizioni, iniziative, segnalazioni e proposte affinché fossero rilevate e contestate alla società concessionaria violazioni anche in materia di circolazione stradale e sicurezza del lavoro».

I manager del Mit avrebbero potuto adoperarsi affinché sul viadotto fossero incrementati i controlli, e anche installati impianti di monitoraggio. Invece hanno omesso qualsiasi azione preventiva. Avrebbero anche potuto chiudere il traffico per realizzare interventi strutturali. In particolare, i pm parlano di una mail che il professor Antonio Brencich, membro esterno del Comitato tecnico che a febbraio 2018 aveva vagliato il progetto di rinforzo delle pile 9 e 10, inviò al Mit. In essa, Brencich descrive l’ammaloramento del viadotto ed il suo impressionante stato di degrado.

I dirigenti Mit ignorarono anche quella.

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