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Gazzetta: il tampone di Hakimi rischia di diventare un precedente per la Uefa

L’Inter ha ragione ad essere arrabbiata. Non si poteva trovare il modo per un’altra verifica sulla positività, in modo da scongiurare il trambusto e la rivoluzione tecnica che ha comportato lo stop a tre ore dalla partita?

Gazzetta: il tampone di Hakimi rischia di diventare un precedente per la Uefa

Sulla Gazzetta dello Sport Alessandro Vocalelli affronta il tema del tampone di Hakimi, ormai diventato un caso. Prima negativo, poi positivo, poi di nuovo negativo. Ma intanto l’Inter ha dovuto fare a meno del suo calciatore a tre ore dalla partita di Champions, quando era ormai già tutto pronto.

Scrive Vocalelli:

Ma davvero non poteva esserci il tempo per un’ulteriore verifica? Non si poteva, insomma, scongiurare il trambusto e la rivoluzione anche tecnica che ha comportato il suo stop a tre ore dalla partita? Come si potrebbe dar torto all’Inter e a Conte, inevitabilmente indispettiti per aver dovuto rivoluzionare la squadra – perché ogni giocatore ha caratteristiche originali – praticamente sul pullman per andare allo stadio?”.

Il nuovo tampone che sarà effettuato oggi scioglierà i dubbi, ma c’è da considerare anche il precedente di El Shaarawy.

L’ultimo falso positivo di un giocatore importante riguarda El Shaarawy, che il lunedì, di ritorno dalla Polonia, ha effettuato (come tutta la nazionale italiana) il tampone di rito. La mattina è arrivata la risposta (“positivo”), dopo pochissimo è stato sottoposto di nuovo ad esame e già in serata conosceva la sua “negatività””.

Con una procedura così veloce, il nazionale ha potuto andare in panchina contro l’Olanda.

“Ecco, senza alimentare fantasmi e senza cercare risposte di comodo, se l’Inter avesse avuto il mercoledì mattina la positività di Hakimi avrebbe avuto due strade davanti. Innanzitutto avrebbe evitato di far allenare il suo difensore col resto del gruppo, scongiurando eventuali contagi, e avrebbe forse avuto il tempo per sostenere un nuovo esame ed avere quella risposta che invece è arrivata solo ieri pomeriggio. E se non è il caso di gridare a chissà quale scandalo – visto il quadro generale di cui parlavamo all’inizio – questa storia rappresenta comunque un precedente. E dovrà indurre anche l’Uefa a mettere il problema sul tavolo: almeno per vigilare perché le comunicazioni viaggino il più velocemente possibile”.

 

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