ilNapolista

Repubblica: “Il calcio non riprende per il Paese ma per evitare il suo fallimento”

Romagnoli: «Hanno deciso gli stessi che hanno portato il calcio sull’orlo del baratro. È l’incontro con una vecchia fiamma, una minestra riscaldata”

Repubblica: “Il calcio non riprende per il Paese ma per evitare il suo fallimento”
Juventus' Portuguese forward Cristiano Ronaldo (R) celebrates with teammate Juventus' Argentinian forward Paulo Dybala after scoring a goal during the Italian Serie A football match SS Lazio vs Juventus FC. (Hermann)

Gabriele Romagnoli su Repubblica ha scritto un commento alla ripresa del campionato di Serie A. Ne pubblichiamo alcuni stralci:

Una bella notizia che nasconde una triste realtà. Se tutto il resto dello sport si è fermato, ma il calcio riprende è perché semplicemente non poteva permetterselo. Gli stessi che l’hanno portato a una situazione nella quale oltre la linea laterale c’è il baratro hanno indotto questa decisione.

Bene, si ricominci. Ma non sarebbe il caso di ripensare il dopo, per evitare che il sistema sia sempre obbligato al proprio play off: o giochi o muori? Dribblando le trappole retoriche di “un altro momento di gioia restituito agli italiani”, non si riprende un passatempo, riapre un’industria, per evitare il fallimento di alcune sue aziende. Lo fa perché ne ha bisogno e lo fa come può. Il dibattito sul menù è sterile: per mettere la gente a tavola quando è necessario, si cucina con quel che è disponibile.

Nella fantasia popolare questo torneo è come un amore finito, sarebbe il tempo delle avventure estive, dei sogni di conquista nel mercato del tutto è possibile. Invece si reincontra una vecchia fiamma e la si riscalda per evitare la glaciazione dei sentimenti. Sarà sempre meglio una partita di calcio di una replica, anche quando la partita assomiglia a una replica. Se si arriva in fondo vorrà dire che l’epidemia si sarà fermata e allora non avrà vinto una squadra, avremo vinto tutti.

ilnapolista © riproduzione riservata