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Meret si candida a miglior portiere della storia del Napoli

Il bacio di Ancelotti a Mertens. Il balletto boccaccesco di Dries. Due parate da mostro di Meret. La notte di Salisburgo è tutta qui

Meret si candida a miglior portiere della storia del Napoli

Dieci cose da ricordare per questa vittoria bellissima e importante sono anche poche. Proviamoci.

Uno. I due tunnel di Fabián Ruiz in 2 minuti. Lo spagnolo inizia come fosse Filippo II di Castiglia, come se avesse un impero da gestire. Il suo impero è diviso tra la provincia della fascia laterale e le zolle in mezzo al campo. Quando sta in mezzo tocca più palloni. Quando si muove lateralmente crea più occasioni. Forse bisogna clonarlo.

Due. L’esultanza di Mertens dopo il primo gol. È quello che vale l’aggancio a Maradona a quota 115 gol e viene festeggiato con una celebrazione – come chiamarla – che è un inno alla lascivia. Un balletto boccaccesco, simile a quello che nei momenti liberi regala il magazziniere tuttofare Tommaso Starace, e già visto a centrocampo al San Paolo dopo la vittoria contro il Liverpool. Il gol 116 è storia. Ma passeggera. Altri traguardi arriveranno.

Tre. Le due parate di Meret fra 25’ e 35’. La prima spaventa per la capacità di controllo del corpo. Resta là dove sa che il pallone sta per passare, senza arrendersi e rialzando le braccia dopo che avevano già toccato terra. La seconda colpisce per attenzione ed esplosività. Tiene gli occhi fissi sulla palla e poi si lancia con la mano aperta. Nella sera in cui Mertens ha superato Maradona, Meret già si candida a miglior portiere della storia del Napoli. Esagero?

Quattro. Facciamo un passo indietro e torniamo al gol del’1-0. Il gesto tecnico da non dimenticare è il tocco di testa di Callejon che mette Mertens davanti al portiere. Lo chiamiamo assist perché Dries la butta dentro, altrimenti per i match analyst sarebbe un key passage, che è la capacità di mandare al tiro un compagno. Ebbene, in questa situazione di gioco Callejon è al quarto posto in Europa dietro De Bruyne, Pulgar e Alexander-Arnold.

Cinque. Il fallo da rigore di Malcuit. Nella lingua da stadio lo chiamiamo un fallo scemo. Un intervento che ha sfogato solo la sua frustrazione personale. Un fallo speso malissimo. Almeno tre difensori erano ben posizionati al centro dell’area. Ma per la seconda partita consecutiva è il napoletano che tocca più palloni (82 ieri sera). L’asse della costruzione coi terzini, senza Ghoulam né Mario Rui, si sposta da sinistra a destra.

Sei. Un’altra esultanza. Quella dei dirigenti austriaci in tribuna al primo gol di Haaland su rigore. Si alzano in piedi, battono le mani e hanno al collo la sciarpa del Napoli. Questo Haaland sarà un protagonista dei prossimi anni. Lo chiamano il nuovo Ibra. Non so chi gli ha dato questo soprannome. Se per caso se lo fosse dato da solo, sarebbe davvero il nuovo Ibra.

Sette. Il bacio sulla fronte di Ancelotti a Mertens. Non è un gesto come tanti. È un gesto che nella sua carriera Ancelotti ha riservato a giocatori che considera importanti. Kakà per esempio. È un segnale a Dries, alla squadra, al presidente. Dries e Callejon avevano festeggiato guardandosi con occhi malandrini dopo il gol del 2-1, come a dire: noi siamo noi.

Otto. Un’altra esultanza. Giuro: l’ultima. Insigne che corre verso la panchina di Ancelotti, gli afferra la faccia come si fa con i bambini a Natale, vuole stringergli le guance, lo sballottola. Tutto molto vero e sincero. Pagina voltata.

Nove. Il pallone uncinato da Koulibaly all’83’ al limite dell’area prima che gli passi alle spalle. Nella sua prima partita da candidato al Pallone d’oro, ha giocato con personalità ma pure con un paio di disattenzioni, tra cui il salto a vuoto sul 2-2. Luperto si è esaltato accanto a lui: 6 palloni spazzati via.

Dieci. Non è un gesto ma una informazione che ci ha dato Compagnoni in telecronaca diretta. Il Salisburgo non perdeva in casa da 70 partite e da 19 nelle Coppe. Settanta partite. Ripetiamolo un’altra volta tutti insieme pensando quante sono 70 partite. L’annuncio di Compagnoni arriva nelle case mentre nelle chat di mezza Napoli già si parlava di partita imbarazzante, squadra improponibile e altre varie amenità.

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