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Galeone: quando Sacchi e io ci ritrovammo a torso nudo tra gli hooligans

L’allenatore racconta al Fatto: “Era Inghilterra-Olanda del 1988. Avemmo due biglietti dalla FIGC e ci ritrovammo in curva. Gli dissi: togliti la maglietta e fai finta di niente”

Galeone: quando Sacchi e io ci ritrovammo a torso nudo tra gli hooligans

Il Fatto Quotidiano intervista Giovanni Galeone. Nato a Napoli nel 1941, ha giocato nell’Udinese e allenato Pescara, Perugia, Napoli, Ancona, Como, Spal e Udinese.

Galeone ripercorre la sua storia e racconta anche qual era il suo rapporto con i calciatori. Racconta che lasciava loro tutta la libertà che volevano e se andavano a donne “non me ne fotteva niente” perché, come diceva sempre a Gaucci “non sono un guardiano di mucche”.

Sul sesso prima della partita dice:

“Non sono mai stato in gradi di organizzare il mio, figuriamoci quello degli altri”.

Racconta che non si tratteneva a cenare in ritiro, ma preferiva cenare fuori e che lo infastidiva se i giocatori usavano il telefonino:

“era il periodo delle scommesse, temevo ci cascassero”.

Galeoni si sofferma anche sul ruolo dell’allenatore che non può essere considerato un guru, dice. O meglio:

“Forse qualcuno, io no; non credo neanche Allegri, e poi oggi i giocatori fanno quello che vogliono, hanno un potere contrattuale esagerato, non rispettano più i ruoli, e magari come con Icardi pretendono di parlare con il presidente”.

Di Allegri dice che “è uno raro” e di Gasperini, con il quale ammette di essersi scontrato spesso, dice che è “un genio”:

“Non sbagliava un movimento, giocava sempre a culo in avanti; poi s’incazza, carattere terribile, ma bravissimo. Allenatore già in campo. È fondamentale, solo chi gioca può capire veramente la partita, e anche in questo Allegri era il numero uno”.

Si sofferma anche sul calcio femminile, in particolare su quanto dichiarato da Collovati, secondo cui il calcio è solo per uomini:

“Stupidaggine, ed è una tesi di Bettega, solo che a lui nessuno ha mai osato replicare. Non sia mai. Era Juventus-Milan, palla al centro, pronti via, riceve Rivera, arriva Tardelli e gli rifila un’entrata terribile; a fine match domandano a Bettega un giudizio, e lui: “Il calcio non è da signorine”. Oggi sarebbe stato massacrato”.

Ammette di non guardare il Mondiale femminile “perché non lo conosco, non riuscirei a valutarlo”.

Parla anche di Sacchi, negando di stuzzicarlo sempre:

“Nel 1988 sono stato l’unico allenatore invitato alla sua festa scudetto. Insieme già al corso di allenatori; ogni tanto mi lancia qualche pugnalata, io rispondo”

Galeone racconta anche un episodio che lo ha visto al fianco di Sacchi, all’Eruopeo. Andarono insieme dallo storico dirigente Figc Valentini a chiedergli due biglietti per assistere a Olanda-Inghilterra. Lui gliene diede due assicurando che erano ottimi posti. Ma Galeone e Sacchi si trovarono tra gli hooligan inglesi

“Arrigo preoccupato: “E ora?”. Lo guardo e lo rassicuro: “Stai tranquillo, togli la maglietta e fingi”.

Il tecnico risponde anche ad una domanda su Sarri. E’ stato disonesto nell’accettare la Juventus?

“Fa un po’ di casino, non è preparato per certe situazioni; quando l’anno scorso leggevo alcune dichiarazioni, riflettevo se fossero opportune. Anche questa voglia di apparire di sinistra, troppo; Giampaolo non ne parla mai, eppure era bertinottiano, uno di Rifondazione, infatti ora Berlusconi gli vuole parlare”.

Dice che Allegri ci è rimasto male per come lo ha trattato la Juve:

“si è sentito tradito, dispiaciuto in particolare per Andrea Agnelli. Non ha superato l’addio; e sono anni che gli consiglio di andare via. Comunque con Ambra è contento”.

Dice che la Juventus non lo sopporta “dal 1958”, che non lo avrebbe mai chiamato, mentre a lui sarebbe piaciuto andare alla Roma di Dino Viola o al Napoli di Maradona.

“Invece ho perso sia l’una che l’altra; il Napoli per colpa di Moggi e Ferlaino. Ha avuto presidenti particolari, come Gaucci. Mai visto uno così generoso, impressionante, elargiva soldi a tutti, in particolare ai giocatori. E non mi ha mai chiesto una formazione”.

Tra Messi e Ronaldo sceglie “Messi tutta la vita”, mentre in Italia dichiara di aver amato Totti e di essere rimasto impressionato da Cassano:

“eccezionale, in allenamento spiazzava tutti, uno spreco, e poi è ruffiano, quando incontra qualcuno sono baci e abbracci”.

Si pronuncia anche sui gay nel calcio: “Ci sono, oggi più di ieri”. E sul doping.

“Quando giocavo ci rifilavano di tutto, ed era normale”.

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