Sfortunato, cagionevole ma non solo. È rientrato da oltre un mese ma non incide. A Firenze 15 minuti da dimenticare. Se Hamsik va via, ha un’opportunità tattica
Delusione al di là dell’infortunio
Tra le delusioni di questi primi mesi della gestione di Carlo Ancelotti, una menzione speciale va senza dubbio a Simone Verdi. L’impressione è che il tempo sia trascorso invano. Siamo a febbraio e Verdi di fatto non lo conosciamo. Per una serie di motivi. Il più importante è senza dubbio il suo essere cagionevole. Ha subito un infortunio muscolare a Udine ed è rimasto fuori settanta giorni. Dal 20 ottobre al 29 dicembre. Il cuore della stagione.
Ma anche fino al 20 ottobre, è difficile scorgere tracce visibili del passaggio a Napoli di questa eterna speranza che però non fin qui non è mai sbocciata. E dire che il Napoli lo ha pagato. 25 milioni per un calciatore adulto: 26 anni e mezzo, a luglio 27. Se pensiamo che per cinque milioni in più il Napoli si è portato a casa quel gioiellino di Fabian Ruiz, dobbiamo concludere che fin qui l’acquisto di Verdi dal Bologna tutto è stato tranne che un affare.
Oggetto misterioso
È una sorta di oggetto misterioso. È il calciatore meno utilizzato in Serie A da Ancelotti. Peggio di lui hanno fatto soltanto Luperto e Younes. In Champions ha giocato una ventina di minuti contro il Liverpool, all’andata, dopodiché è stato fermato dall’infortunio.
Fino a Udinese-Napoli – partita in cui si fece male – ha giocato da da titolare tre partite su nove. Il naufragio contro la Sampdoria – venne sostituito al 45esimo insieme con Insigne – poi a Torino dove ha segnato l’unico gol su azione della sua avventura napoletana. Anche un bel gol. E la partita interna contro il Sassuolo, in cui fu sostituito dopo 70 minuti.
A Firenze quarto d’ora disastroso
È rientrato in campo, da titolare, il 29 dicembre contro il suo Bologna. Prestazione tutt’altro che memorabile. Poi è subentrato contro Lazio, Milan, Sampdoria e Fiorentina. E non ha mai lasciato il segno. Contro la Sampdoria, Ancelotti gli ha anche fatto battere il rigore del 3-0, sottraendolo a Koulibaly. Segno che l’allenatore le sta provando tutte per cercare di motivare il calciatore su cui il Napoli ha puntato molto.
A Firenze, Ancelotti gli ha concesso il quarto d’ora di finale. Ha sostituito Insigne. Lo ha responsabilizzato. Ha messo anche sulle sue spalle la responsabilità di segnare nell’assalto finale. È stato un quarto d’ora da dimenticare. Verdi ha perso spesso palla. Non ha saltato l’uomo. Non ha inventato aperture. A voler essere generosi, la sua è stata una prestazione anonima. Il termine esatto sarebbe un altro.
Adesso potrebbe giocare in Europa League contro lo Zurigo. Anche se per lui si parla di affaticamento muscolare. Il che, evidentemente, certifica una fragilità del calciatore. Perché non si capisce da cosa possa essere affaticato.
Al momento possiamo definire sbagliato l’investimento del Napoli su di lui. Verdi, che nella carriera – probabilmente non a caso – non ha mai giocato in un club ambizioso, si è fin qui rivelato un calciatore mediocre. Sfortunato sì, ma anche cagionevole. E comunque non dalla personalità straripante. La speranza è che possa seccamente smentirci in questa seconda parte della stagione. Anche perché, con la partenza di Hamsik – sempre che Marek parta – il suo apporto potrebbe diventare fondamentale. O, detta in altri termini, ci sarebbe per lui una importante occasione per rendersi molto utile e dimostrare ad Ancelotti che il Napoli non si p sbagliato su di lui.