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L’infortunio a Verdi toglie un’opzione importante al Napoli

Un mese di stop che blocca l’inserimento e l’evoluzione del calciatore, e che forzerà Ancelotti ad insistere su un blocco più limitato di calciatori.

L’infortunio a Verdi toglie un’opzione importante al Napoli
Foto calcio Napoli

Un peccato per Verdi

L’infortunio di Simone Verdi è un vero peccato. Non ci sono formule giornalistiche e/o tecnicismi retorici che descriverebbero neglio di così la condizione di un calciatore tornato a disposizione dopo un mese di assenza (si è infortunato a Udine il 20 ottobre scorso) che inciampa – è proprio il caso di dirlo – in una distorsione di secondo grado alla caviglia. Due problemi non collegati, il massimo della sfortuna – anche se non è nulla di molto grave, un mese di stop previsto dal Corriere dello Sport.

Per Verdi è un peccato, in questo modo il suo percorso di inserimento è stato notevolmente rallentato. Nonostante il passaggio da Sarri ad Ancelotti, il Napoli resta una squadra fondamentalmente sistemica, stare in campo con la maglia azzurra significa migliorare il proprio bagaglio tecnico ed aumentare la quantità e la qualità delle connessioni con i compagni. L’aggravante è che tutto questo è avvenuto alla vigilia di un tour de force da 9 partite in 36 giorni, due di Champions e le sette che mancano per chiudere il girone d’andata del campionato. E qui entrano in gioco il Napoli e Ancelotti.

Un peccato per il Napoli

L’assenza di Verdi priva/priverà il tecnico emiliano e la sua squadra di un’alternativa importante. Proprio ieri, Alfonso Fasano ha scritto sul Napolista di come il sistema tattico voluto dal nuovo allenatore preveda il ruolo di sottopunta, che può essere interpretato da un gruppo di calciatori nutrito: Mertens, Insigne, Ounas, Verdi, anche Zielinski e Fabian Ruiz. Verdi era e sarà una soluzione importante per la sua capacità di giocare in quella zona e di spostarsi sull’esterno (su entrambi gli esterni) durante la stessa partita. L’abbiamo visto in occasione di Napoli-Sassuolo, quando lui e Ounas si divisero gli slot di supporto a Mertens e di laterale offensivo a sinistra. In casa del Torino, stesso tourbillon con Insigne e Mertens. E un gol segnato, e un altro salvato per miracolo.

Per dirla semplice: se ora Ancelotti volesse impostare un turn over aggressivo contro il Chievo, avrebbe una soluzione in meno. Una soluzione di qualità, soprattutto. Verdi è un 12esimo, 13esimo, al massimo 14esimo calciatore in questo organico. L’allenatore sarà costretto a far giocare Ounas che ha dimostrato di essere un calciatore in grado di giocare a certi livelli, solo che l’ex Bologna è indubbiamente più completo, più pronto, più impattante di lui. Lo dice la valutazione di mercato, lo pensa anche Ancelotti: in casa contro il Liverpool, sullo 0-0, fu Verdi ad alzarsi dalla panchina. Il suo ingresso non resterà nella storia del calcio, ma si trattava comunque della prima presenza europea della sua carriera. Come dire: è un calciatore riconoscibile, potenzialmente determinante anche ad alti livelli. Va ricordato, in ogni caso, che invece Ounas entrò contro il Psg e assolse perfettamente ai compiti che gli aveva assegnato Ancelotti.

Tornando su, è anche una questione di evoluzione del calciatore in senso assoluto. Verdi avrebbe avuto bisogno di queste partite per potersi affermare, magari non al punto di arrivare a insidiare Callejon, Mertens o Insigne per un posto da “titolare”, quantomeno per proporsi all’interno delle rotazioni per i big match. Il turn over di Ancelotti valorizza i calciatori, prova a farlo. Verdi sta perdendo un’occasione importante per giocare ad un nuovo livello, per aspirare a farlo. Il tecnico emiliano, invece,  ha un’opzione in meno prima di un ciclo di partite decisivo per il futuro. Un peccato per entrambi, non c’è molto altro da dire.

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