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Al Napoli non succede niente, sta disputando un campionato normale

È finito un ciclo emozionante che ha fatto credere all’impossibile e bisogna aprirne un altro partendo da zero o quasi. Ancelotti è un lusso che va sfruttato

Al Napoli non succede niente, sta disputando un campionato normale

È finito un ciclo

Cosa succede al Napoli? Niente. Secondo me al Napoli non succede perfettamente nulla. Semplicemente sta facendo un campionato normale. Senza infamia né lode, ed è secondo (perché nettamente superiore alle altre che la inseguono) e può ancora giocarsi una competizione europea. Il problema, se vogliamo trovarlo, è nella depressione ambientale che si è creata già in estate con la scelta di non concedere la campagna abbonamenti, che oggi è uno dei motivi della presenza esigua di tifosi allo stadio.

L’incredibile gioia popolare, l’aggregazione spontanea, l’emozione del Davide contro Golia, ricamata dal manifesto del giuoco che innamorava trasversalmente mezzo mondo, è venuta a mancare e con essa l’emozione di credere all’impossibile: vincere in Italia. In soldoni, è finito un ciclo, e bisogna aprirne un altro, ripartendo da zero, o quasi. L’anno scorso, con quasi gli stessi calciatori, il Napoli alla ventiquattresima giornata aveva dieci punti in più, aveva realizzato cinquantaquattro goal subendone quindici.

Oggi, alla stesso punto della giostra, ha segnato quarantadue goal e ne ha subiti diciotto, con un Milik a tempo pieno, con Verdi di rincalzo ed un terzino destro offensivo che sta crescendo in maniera esponenziale. Tuttavia è obbligatorio sottolineare come quel Napoli rappresentasse l’apice di un triennio di lavoro e questo di pochi mesi, che però già evidenziano la necessità di una rivoluzione netta e decisa dell’organico.

Questo Napoli deve avere il coraggio di riconquistare una piazza diffidente, innamorata ma fredda verso una squadra che non riesce più a toccare le corde giuste mentre la Società deve, una volta e per tutte, stabilire cosa vuole essere da grande: se eterna bellezza invitata alle serate di gala, o colei che le organizza per gli altri. Ancelotti è un lusso che va sfruttato, un maestro che va ascoltato, ma al quale non si può chiedere di fare anche da capopopolo, da trascinatore, da psicologo.

In pratica siamo tornati da un viaggio incredibile, siamo arrivati a toccare vette inarrivabili, siamo quasi entrati trionfanti nelle piazze a posare il nostro vessillo. Siamo venuti via da una vacanza straordinaria, ed oggi paghiamo la depressione di quel connubio simbiotico tra squadra e città, che non va ignorata, né sottovalutata, ma va riconquistata con celere determinazione. Lo stadio vuoto e la porta inviolata sono figlie dello stesso disagio: la sfiducia.

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