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La prima agente Fifa italiana: «Wanda Nara? Fa bene il suo lavoro»

Intervista a Silvia Patruno: «Sta gestendo benissimo il rinnovo di Icardi. Le critiche sono figlie della gelosie e delle solite difficoltà che incontrano le donne»

La prima agente Fifa italiana: «Wanda Nara? Fa bene il suo lavoro»

La professionalità è donna

La professionalità è donna. Solo che per dimostrarla bisogna sgomitare, farsi valere, dimostrare prima le tue qualità e poi essere “accettate” a corte. Specialmente se la corte è quella del calciomercato dove è richiesta una approfondita conoscenza di leggi e regolamenti. Agli uomini è concesso anche di non conoscerla; alle donne, come in tanti campi del lavoro in Italia, no. Vai avanti solo se sei brava. Vale anche per Wanda Nara che sta facendo il suo lavoro egregiamente proteggendo e gestendo un patrimonio quale quello di Maurito Icardi uno dei più forti attaccanti al mondo che, giustamente, cominciando a intravvedere la scadenza di contratto, bussa forte alla porta dell’Inter. E se la società nerazzurra volesse davvero discutere con un altro procuratore – ipotesi peraltro smentita sia da Icardi sia dall’Inter – è una ragione di più per dire che Wanda Nara sta facendo bene il proprio lavoro.

Sono considerazioni di Silvia Patruno che è stata la prima donna agente Fifa in Italia. Bionda, elegante, preparata,  si occupa di formazione di calciatori. Ha alle spalle un curriculum di tutto rispetto: in passato è stata organizzatrice di importanti eventi sportivi come il Torneo di Viareggio, il Birra Moretti e tanti altri.

Silvia Patruno

«Prima c’erano meno mercenari»

«Com’è cambiato il ruolo della donna nel calcio? Onestamente non mi sembra sia cambiato troppo – racconta – Quando ho cominciato io, all’inizio degli anni Novanta a Cernobbio, imperava uno stile differente. Ora mi sembra tutto molto mercenario. Anche il calciomercato si svolge in più location, diluito nel tempo e la presenza delle donne è molto sporadica. Ce ne sono alcune, le ammiro, ma la presenza al femminile è a macchia di leopardo». Del resto siamo in Italia. «Già, devi prima far valere la tua forza e le tue capacità e poi riesci a rendere tutto più semplice. Capita in tanti settori, purtroppo. Per me ora è più facile dialogare ma il cammino è stato lungo».

«Le critiche sono figlie della gelosia»

Capitolo Wanda Nara. Perché da fastidio? «A me è simpatica, poi le piace anche il suo ruolo televisivo.Personalmente sceglierei tra l’agente e il personaggio, ma non c’è nulla di male che vada in tv. E comunque sa organizzarsi, mi risulta che si avvalga della consulenza di due agenti professionisti».

Nulla da dire sul suo ruolo di agente. «Scherza? Icardi oggi è un uomo mercato, uno degli attaccanti più forti. Va in scadenza di contratto, è logico che si negozi il contratto. Va gestito bene e Wanda Nara sta muovendo i passi giusti. È evidente».

E le tante critiche? «Gelosia. Quando sei in vista, nasce facilmente. Ripeto. Io preferirei fare una scelta che privilegi la professionalità ma lei sta facendo bene il suo lavoro».

Meritocrazia e quote rosa

«La prima la amo, la seconda la detesto. Perché in ogni professione devi valere e se vali riesci a portare avanti le tue idee. Non hai bisogno delle quote rosa né dell’utilizzo del corpo». Giornaliste come Ilaria D’Amico, Diletta Leotta sono brave e belle. «Sanno giocare le loro carte. Ilaria D’Amico la apprezzo molto. Ha stile, classe, bravura. Diletta Leotta è competente e usa anche la sua avvenenza. Ha delle carte da giocare e le gioca bene unendole alla conoscenza dell’argomento. Magari molti uomini avessero la competenza delle donne. Del resto è il mondo manageriale che è così».

Prima agente Fifa donna, finalmente si sta per porre fine alla deregulation con il ritorno agli albi dei procuratori. “Penso che sia giusto che ci siano delle regole ma non amo i mercenari. C’è talmente tanto sottobosco ed ho visto talmente tanti cambiamenti che il mio faro è la professionalità. Se ci fosse solo quella, non ci sarebbe bisogno di altro. Un manager deve saper stare accanto al proprio assistito sotto tutti i punti di vista. Se lo fa, va bene. Il resto non ha senso”.

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