Intervista alla Gazzetta. Non chiarisce se sia stato o meno un agguato: «Evitata una strage grazie al tempestivo intervento degli agenti»
“È stata una dinamica complessa”
Il questore di Milano Marcello Cardona ha concesso un’intervista alla Gazzetta dello Sport. Intervista in cui non chiarisce granché, anzi fa dei passi indietro rispetto alla conferenza stampa. Non chiarisce se sia stato o meno un agguato.
È stato o no un agguato?
«Agguato o no, è stata una dinamica complessa solo in apparenza. Io lo definisco fatto demenziale. Aggredire altre persone per una partita è aberrante e demenziale. Ma un paradosso figlio dei nostri tempi. Che piaccia o meno, la violenza fa parte della nostra società. Guardi quanta gente pratica “turismo del terremoto”, va sui luoghi di devastazione a farsi fotografie. Proietti tutto questo su altri campi…».
“Il calcio crea fratellanza tra tifosi”
Negli incidenti sarebbero coinvolti tifosi del Varese e del Nizza. Scusi, ci consente l’espressione «fratellanza di battaglia»?
«Cancellerei la parola battaglia, innanzitutto. Eppoi, mi perdoni, la “fratellanza” tra tifosi è una cosa positiva, è un valore da preservare. Il calcio crea fratellanza tra tifosi di squadre diverse, che c’è di male? E nella stragrande maggioranza dei casi è un’occasione di scambio, un’occasione per viaggiare, conoscere posti nuovi, condividere cibi e usanze. Condividere, sottolineo. Questo è un valore enorme, per lo sport. Guardi che le fratellanze atipiche, chiamiamole così, sono molto rare, sono una piccolissima minoranza».
E non c’è modo di anticipare certi incidenti?
«La soluzione di sicuro non è mettere un poliziotto a ogni incrocio, per dirla con il linguaggio del senso comune. La verità è che la sera di Inter-Napoli, mi creda, abbiamo evitato una strage grazie al tempestivo intervento degli agenti, abbiamo evitato che le cose peggiorassero in modo drastico grazie alla nostra organizzazione. Sarebbe stato troppo rischioso fermare la partita. Il 99,9% dei tifosi è gente perbene, che va allo stadio per godersi la partita con i figli, gli amici. E anche l’azienda calcio va tutelata perché dà lavoro a molte persone e appassiona milioni di persone. L’esasperazione del tifo è un fenomeno negativo ma si può combattere con le indagini e le sanzioni. Sanzioni serie ovviamente».