Al Corsera: «Zoff ancora mi manda a quel paese per il pallonetto che gli feci. Il calcioscommesse? Tuttora non so perché venni squalificato»

Bruno Giordano intervistato dal Corriere della Sera.
Bruno Giordano nonno. Come passa il tempo.
«Ma è il corso naturale della vita. E l’ho vissuto e lo vivo benissimo, con un piacere totale. D’altra parte, non è mica possibile avere sempre vent’anni, magari con la testa dei cinquanta, no?».
Giordano mantiene sempre un fisico bello tonico. Lo guardi e pensi che pure a 67 anni gli faresti giocare l’ultimo quarto d’ora delle partite. Specie se hai bisogno di mettere a posto il risultato. Anche da fermo, regalerebbe cose magnifiche. Domani Rai 3, in seconda serata, gli dedica una puntata de «L’avversario», realizzata con Marco Tardelli e prodotta da Rai Cultura e Stand by me.
Il portiere a cui provava più gusto fare gol?
«A Zoff, perché era il mito. Ancora oggi, quando ci incontriamo, mi manda a quel paese per il pallonetto e la doppietta contro la Juventus nel 1977 (vittoria della Lazio per 3-0 all’olimpico). Ma io gli rispondo che se li avessi fatti a qualsiasi altro portiere, nessuno li ricorderebbe più».
Disse di no al presidente Viola e alla Roma: «Grazie, ma non posso». Pochi anni dopo, no ad Agnelli e alla Juventus: mai avuto dubbi?
«No, mai. Con tutto il rispetto. Non potevo tradire i laziali e la Juventus la tirava un po’ per le lunghe. Parlai con Boniperti e incontrai anche l’avvocato. Ma alla fine andai al Napoli. Una delle scelte più felici della mia vita».
Platini grande, ma Maradona un’altra cosa.
«Diego era inarrivabile per chiunque. Divino e diabolico insieme, tutto quello che realizzava profumava di poesia. Chi ha inventato il calcio, lo ha fatto perché sapeva che poi sarebbe nato lui».
Giordano e il rimpianto del Mundial
Il rimpianto resta la Nazionale. Il Mondiale dell’82 a cui non poté partecipare.
«Squalificato per il calcio scommesse, nel 1980, e a distanza di così tanto tempo non ho ancora capito perché. Avrei fatto parte di quella squadra incredibile e avrei vinto il titolo».
In Italia mancano i grandi attaccanti. Ora la Nazionale spera in Scamacca. Romano, tra l’altro.
Giordano: «Scamacca è bravo, mi piace. Deve acquisire continuità ma con Gasperini crescerà tantissimo. Ha colpi importanti, niente tiri a giro ma solo tiri ignoranti, belli potenti verso la porta avversaria».