L’indice resta a zero, soprattutto grazie ad Ancelotti. Ma un dubbio s’avanza: c’è un caso Meret? Il San Paolo fa paura, è vero, ma a noi
L’indice resta a zero
Amici della Saittella, ben trovati tutti. Lo staff, irritato dalle pubblicità che spezzano il nostro testo soprattutto sui telefoni Android, ha deciso che il punteggio lo immettiamo nel testo.
Cosicché eccoci: anche per questa settimana 19-25 novembre il punteggio resta a zero, identico allo zero della precedente edizione. Ricordiamo che l’indice è calcolato sul valore di 100 punti raggiunto il 28 settembre di quest’anno.
Non inganni la stabilità dell’indice. Molte brutte parole intasano la Saittella in questi giorni e alcune le segnaliamo in questo intervento, ma restiamo stabili perché la figura di Carlo Ancelotti ci aiuta a farlo.
Il giorno dopo l’ultima edizione dell’Index, il Mister ha fatto un bel discorso a Coverciano sulle ingiurie da parte del pubblico e sull’inesistenza del diritto all’insulto, diritto difeso invece da grandi penne, non ultima quella di Mario Sconcerti, nostro maestro e amico, ma su questo argomento in errore secondo noi.
Quella contro l’insulto è una battaglia che qui abbiamo condiviso senza esitazione. Battaglia al momento molto donchisciottesca: nella serata della nazionale contro il Portogallo, il pubblico di San Siro ha salutato ogni rinvio del portiere avversario con uno juventinissimo (perché nato da quelle parti e in quelle curve) “Merda!”. Mi pareva che alle partite della Nazionale la cosa non fosse così diffusa, ma è noto che il male vince sempre. Come l’abitudine di fischiare l’inno degli avversari, una barbarie.
Il San Paolo fa paura
A proposito di San Paolo, Gianluca Di Marzio ci dice che in una classifica dei sette stadi del mondo che “fanno paura” il nostro è il quinto. Far paura qui significa intimidire gli avversari. Non sappiamo se sia vero, a noi pare che il nostro tifo si sia di molto tranquillizzato e che gli avversari alla fine fanno ciò che intendono fare. Ma che lo stadio faccia paura non c’è dubbio. State pensando ai cessi sporchi, alle scale ripide e fetide, ai sediolini customizzati dai gabbiani, all’amplificazione dalla quale non si sente niente e all’impossibilità di capire la formazione degli avversari, per non dire dell’ormai improponibile distanza dal campo causa pista di atletica?
Ma no, fa paura questo cemento armato vecchio di sessant’anni, chissà quando verificato, chissà quanto sotto osservazione per la sicurezza. Oltre che brutto come un ascesso sul territorio del quartiere – abbiamo vissuto a Fuorigrotta, tanti anni fa e un po l’amiamo.
Resta saittellissimo il tormentone di mercato su Cavani e sul centravanti che non c’è. Siamo arrivati a leggere il titolo: “C’è rimpianto per Inglese”. Inglese? Inglese! Che al momento ha segnato tre gol. Sapete, l’avvilito, offeso, distrutto Milik è a quota quattro. Ma – e lo diciamo alla società che al turbiglione partecipa allegramente – se poi l’affare Cavani non riesce e magari contemporaneamente l’Inter prende Modric vi rendete conto del contraccolpo di saittellume che si scatenerà? Ma proprio l’esperienza non vi parla? O forse vi piace, comincio a sospettare.
Post scriptum 1: ma poi siamo sicuri che Cavani è la soluzione e non un altro problema? Sapete, i ricordi ingannano, la gente cambia, gli atleti non ne parliamo.
C’è un caso Meret?
Basta così. Veniamo a cose più saittelliche. Domanda: nel Napoli c’è un caso Meret? E che cosa nasconde questa agonia di notizie su spalle che si infiammano e fratture che durano mesi?
L’opinione pubblica pagante il biglietto non avrà il diritto di insultare, ma di sapere qualcosa di preciso sulle condizioni del calciatori sì. Magari anche solo la versione della società – ma non un tweet, magari una cosa più articolata. E già che ci siamo anche sulle rivelazioni olandesi riguardanti De Guzman, Giuntoli e il dottor De Nicola, che, se confermate, sarebbero una bomba d’acqua fetente. L’inquinamento informativo, che noi chiamiamo Saittella, prospera anche su questa comunicazione omissiva, oscura quando funziona, altre volte assente, e che trasforma l’infortunio di un giocatore in un cupo affare di stato (Meret). Diteci la vostra, signori, siamo tutti orecchie.
Il caso Clemente-Canale 21. Zazzaroni invita il Professore di diritto alla Vanvitelli, Guido Clemente di San Luca, a parlare del suo libro, libro che riferisce del convegno tenuto nel giugno scorso presso la sua università. Il libro viene presentato in questi giorni a Napoli, il 23, con la partecipazione di nomi che più illustri non potrebbero essere, appartenenti alla città papponista e non. La tesi di Clemente, uomo di tifo sincero e profondo, da quasi sessant’anni al San Paolo a gridare il suo Forza Napoli, la sua tesi, dicevamo, è che nello scorso campionato in almeno otto casi il diritto, nell’incarnazione dei regolamenti del calcio, sia stato violato a favore della Juventus.
Potremmo avvilirvi a lungo sul nostro dissenso su questa tesi, e sulla scarsa opportunità di farne una campagna, ma non è di noi che parliamo. Ma della libertà di pensiero, per la quale Clemente è libero di dire ciò che vuole e questo suo diritto è indisponibile per chiunque, tanto meno per i commentatori televisivi. Le sue posizioni potete conoscerle dal libro e da YouTube e dal libro. Ma se passate da Youtube seguite anche il suo intervento a Canale 21 nel programma di Zazzaroni. Nel quale, grazie anche alla straordinaria mancanza di diplomazia dello stesso Clemente, una canea di commentatori, giornalisti e non, gli hanno di fatto impedito di parlare. E in nome di che cosa? Ma del fatto che il calcio è magico, il diritto lo confondiamo con la giurisprudenza e che i giornalisti sono liberi e senza condizionamenti. Hanno detto proprio così.
Insomma, quelle di Clemente saranno pure sciocchezze ma lui ha il diritto di dirle e di essere ascoltato, soprattutto se lo si invita a un programma tv. E però si vede che anche a Napoli, in tv, mettere in discussione l’ignoranza dell’ambiente calcistico è peccato grave, è proibito intaccare l’utero delle cazzate, dove dai tempi di Biscardi vige l’impossibilità di fare e seguire ragionamenti complessi al di sopra del neurone. Figuriamoci se tramonta adesso, che al potere c’è la Semplificazione Autoritaria.
È tutto ed è troppo. Ci aspetta un’altra settimana senza pallone, dolore fisico e morale.