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Il calcio italiano dà l’ok alla pagliacciata dei bambini nella curva Juventus chiusa per razzismo

Figc e Lega Serie A si inchinano nuovamente ai bianconeri che avevano presentato ricorso contro il provvedimento. Il razzismo continuerà a dilagare indisturbato

Il calcio italiano dà l’ok alla pagliacciata dei bambini nella curva Juventus chiusa per razzismo

Il triste remake

Ci eravamo augurati che non accadesse più. E invece lo stato maggiore del calcio italiano – Federcalcio e Lega Serie A – ha nuovamente autorizzato la pagliacciata dei bambini nella Curva della Juventus per coprire l’onta di una squalifica per cori razzisti. Un escamotage per annacquare una pena contro cui il club di Andrea Agnelli aveva persino presentato ricorso. Quindi Juventus-Genoa non si giocherà con i due anelli di Curva Sud con i sediolini vuoti.

Un turno di chiusura – e uno con la condizionale – per i cori sul Vesuvio e contro Koulibaly. Un concentrato di inciviltà che la Juventus non ha minimamente contrastato. Anzi. Ha cercato in ogni modo – presentando ricorso – di non pagare la pena.

Il calcio italiano si gira dall’altre parte

Come avevamo scritto, sarebbero stati gli spalti vuoti a educare. La pena dev’essere certa. Altrimenti non serve a niente. Ancora una volta il calcio italiano si gira dall’altra parte quando si parla di razzismo e di rispetto dell’avversario.

La Juventus ha ottenuto l’accesso alla Curva Sud dell’Allianz Stadium, per la partita contro il Genoa, dei “giovani calciatori delle società dilettantistiche del Piemonte Valle D’Aosta: saranno 9mila i posti disponibili per i ragazzi nati tra il 2004 e il 2011 ed ogni società potrà presentarsi con 20 ragazzi e 4 dirigenti”.

Ufficialmente l’iniziativa è inquadrata nel progetto “Gioca con me, Tifa con me”, estensione dei due progetti “Un calcio al razzismo” e “Gioca con me”.

La tifoseria più razzista d’Italia

Operazione inutile, che serve unicamente alla Juventus per coprire la vergogna di avere la tifoseria più razzista d’Italia. Cinque anni fa, il club bianconero riuscì a far passare lo stesso stratagemma e, come visto, non è servito a granché. Il calcio italiano ha perso un’altra occasione per riflettere sulla inadeguatezza della cultura sportiva italiana. Le parole di Carlo Ancelotti, riprese dal ct della Nazionale Roberto Mancini, sono prontamente cadute nel vuoto. Non ne siamo affatto sorpresi.

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