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Le tante differenze tra il Psg e il Liverpool

Ancelotti ha spiegato che sarà necessario cambiare strategia per affrontare i francesi, anche rispetto al match contro il Liverpool. Ecco spiegato perché.

Le tante differenze tra il Psg e il Liverpool

Le parole di Ancelotti

Partiamo dalla conferenza stampa di ieri, dalle parole di Carlo Ancelotti: «Per la partita contro il Psg prepareremo una strategia diversa, perché affrontiamo calciatori diversi». Il tecnico del Napoli parlava della differenza rispetto al Liverpool, ma in realtà è un concetto espandibile a tutte le squadre incrociate dalla squadra partenopea in questa stagione.

Il punto è molto semplice: il fatto che il Psg possa contare su Neymar, Mbappé e Cavani rende inutile qualsiasi tipo di confronto. È un discorso di caratteristiche, probabilmente anche di qualità: nessuno ha un tridente così completo, vario, nessuno ha questa qualità in attacco. Lo stesso tridente del Liverpool, che si basa su tre grandissimi attaccanti, paga un gap di qualità e riconoscibilità rispetto al reparto offensivo di Tuchel. Per dirla facile: Mané non può valere uno tra Neymar e Mbappé. E poi, in realtà, nel club francese ci sarebbe anche Di Maria nel 4-2-3-1 costruito dall’allenatore tedesco. Che, giustamente, ha fondato la sua nuova avventura sull’accumulo di talento in campo.

Numeri da favola

Un approccio che ha funzionato: il Psg ha vinto dieci partite su dieci in Ligue 1, ha perso per 3-2 ad Anfield Road dopo un match che aveva visto prevalere i Reds, ma che aveva spiegato qual è la chiave tattica dei campioni di Francia. Quei tre lì davanti possono cambiare la partita in pochi secondi, non sono ammesse distrazioni, una frazione di secondo basta a creare un gol. A differenza di Salah-Firmino-Mané, che hanno bisogno di una squadra funzionante dietro di loro per potersi esprimere al meglio, Neymar e Mbappé (più Cavani) hanno una tendenza talmente spiccata per la giocata individuale da essere praticamente immarcabili. O potenzialmente immarcabili.

Neymar è il centro creativo della squadra, con 2.6 occasioni create per match. Non è il miglior assistman della squadra, ed è qui che “scatta” l’altro componente del quartetto delle meraviglie, Angel Di Maria: il Fideo conta già 5 assist decisivi in Ligue 1, agisce da esterno sinistro (raramente anche a destra, quando Mbappé viene spostato dall’altro lato) per dare ampiezza al gioco, e per attivare servizi col piede forte per gli inserimenti dei suoi compagni d’attacco. È un dispositivo che ha numeri discreti (eufemismo): 45 gol in 12 partite stagionali, 37 in Ligue 1. Il dato degli 8 gol in Champions è “viziato” dal 6-1 alla Stella Rossa, ma in ogni caso restano cifre eloquenti.

Possesso e verticalità

Tuchel veniva e viene considerato come un potenziale erede di Klopp, effettivamente al Borussia Dormund aveva adottato un modello tattico simile a quello dell’attuale tecnico del Liverpool: un gioco diretto e basato sullo sfruttamento delle transizioni in campo aperto. Al Psg ha dovuto e voluto cambiare registro, i francesi hanno grandi attaccanti ma anche  eccellenti palleggiatori a centrocampo, si pensi in primis a Marco Verratti. Per questo, oggi il Psg è una squadra che si può definire a due facce, tiene molto il pallone (percentuale media del 58% in Ligue 1) e poi prova ad attivare le connessioni in verticale con i suoi uomini offensivi. Costruzione bassa e poi palla in avanti a tagliare le linee, a cercare Mbappé, Neymar e Di Maria tra le linee.

Una partita di inizio stagione

Torniamo al punto di partenza: anche il Liverpool utilizza un dispositivo di costruzione dal basso, la retorica della squadra che gioca di rimessa è un po’ annacquata dalla realtà. Di certo, i Reds attuano un pressing strutturato in modo da creare i presupposti per attaccare in campo aperto, il Psg invece determina il contesto tenendo il pallone tra difesa e centrocampo e poi cerca di premiare i movimenti dei suoi attaccanti tra le linee. Un modo di giocare più ambizioso, che espone la difesa a rischi più o meno calcolati: nonostante la superiorità assoluta rispetto alle altre squadre di Ligue 1, la difesa di Tuchel concede 11 tiri tentati per match. Stessa cifra anche in Champions, nonostante il match impari contro la Stella Rossa. Per il Liverpool, le conclusioni concesse agli avversari sono 8 ogni 90 minuti.

Accettare gli scompensi

Come dire: il Psg pratica un calcio orientato allo sfruttamento dei suoi migliori interpreti, i quattro uomini offensivi. Che stasera, al netto di ribaltoni clamorosi, saranno tutti in campo. Pur di giocare in questo modo, e di tenere palla, Tuchel accetta anche gli inevitabili scompensi difensivi. Questa è la grande differenza con il Liverpool una squadra che cerca di costruire equilibrio attraverso l’intensità. E allora Ancelotti cambierà proprio per questo, più che non subire il pressing (come contro i Reds) sarà importante non girare a vuoto quando il Psg terrà il possesso, servirà copertura preventiva negli spazi tra le linee, perché è lì che il Psg sa e vuole fare male. In avanti, le ripartenze veloci potrebbero essere un’arma importante, specie in una partita che non vedrà in campo Thiago Silva, leader difensivo assoluto del Paris. Sarà interessante vedere come Ancelotti risponderà a tutte queste criticità

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