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Autostrade contro Cesi: “Non avevano il metro per pronunciarsi sulla stabilità del Morandi”

L’affare commissario per Genova: Claudio Gemme silurato a sua insaputa. Il manager di area Benetton: “I vertici di Autostrade non sono in discussione”

Autostrade contro Cesi: “Non avevano il metro per pronunciarsi sulla stabilità del Morandi”

Dopo la polemica di ieri tra Autostrade e il Politecnico di Milano oggi lo scontro è tra la società concessionaria e Cesi-Ismes, incaricata dalla società concessionaria di effettuare una valutazione sul ponte Morandi nel 2016. La notizia è riportata nella parte bassa di pagina 4 da Il Secolo XIX.

La guerra contro Cesi-Ismes

Nei loro report, gli esperti dell’istituto Cesi-Ismes sottolinearono “asimmetrie di comportamento degli stralli” e consigliarono un sistema di monitoraggio permanente. Lo fecero in diversi rapporti, tra gennaio e maggio 2016, quasi tutti indirizzati a Massimo Meliani, dirigente tecnico di Autostrade che figura tra i 20 indagati per il crollo. Dopo quello studio, però, Cesi non lavorò più sul Morandi.

A Cesi risponde Autostrade in una nota che però ancora non compare sul suo sito web. Secondo quanto riporta Il Secolo XIX, in essa la società sottolineerebbe l’oggetto del contratto di consulenza: “Servizi specialistici di valutazione e validazione del sistema di sorveglianza e verifiche strutturali”, ovvero, scrive iI quotidiano, “i consulenti non avevano il metro per potersi pronunciare su questioni di stabilità”.

Il nuovo elenco degli indagati al vaglio della Procura

Anche questa notizia è riportata da Il Secolo XIX che parla di un nuovo elenco di nomi che dovrebbe essere compilato già la prossima settimana e che dovrebbe comprendere nuovi dirigenti di Autostrade, di Spea Engineering e del ministero dei Trasporti. Il quotidiano non esclude anche l’inserimento di altri soggetti sulla base degli interrogatori svolti nelle ultime settimane.

I nuovi indagati saranno poi chiamati a partecipare al secondo incidente probatorio, che verterà specificamente sulle cause del crollo.

Il commissario per Genova

Tutti i quotidiani danno ampio risalto alla nomina del sindaco Marco Bucci a commissario per Genova.

Il Corriere della Sera lo descrive come “un uomo abituato a comandare” e “orgogliosamente genovese”.

“Manager di importazione Usa, velista, scelto nella primavera del 2017 dalla Lega, ha sempre sostenuto di voler gestire il comune come fosse un consiglio di amministrazione – scrive il quotidiano – rimarcando però il suo ruolo di amministratore delegato: ‘Ascolto tutti, decido io’”.

Bucci è molto apprezzato per la sua concretezza e per il suo carattere tutt’altro che docil, che gli ha fatto guadagnare il nomignolo di “sindaco che grida”. Da quando è stato nominato commissario, invece, scrive La Stampa, “Marco Bucci parla piano e misura le parole. Ha messo da parte lo slang inglese e la cravatta con scritto ‘facciamo tornare Genova superba’ in dialetto. Al bavero ha la spilletta con la croce di San Giorgio”.

Le modifiche al decreto

Bucci non è d’accordo con l’esclusione di Autostrade dalla ricostruzione del ponte: “Continuo a trovarla una disposizione illogica, che rischia di complicare tutta la procedura”. I tempi che indica per la ricostruzione sono gli stessi indicati dalla società concessionaria, “minimo 12, massimo 16 mesi”.

Prima di accettare l’incarico, il sindaco ha chiesto a Conte di aiutarlo a cambiare il decreto. Avrebbe già ottenuto delle modifiche che riguardano gli indennizzi alle imprese e agli sfollati, oltre ai finanziamenti per la ricostruzione.

Gemme silurato a sua insaputa

Era pronto a dimettersi da Fincantieri, invece lo hanno fatto fuori senza nemmeno una telefonata. “L’ho saputo come lo hanno saputo tutti” dichiara ai giornali.

Quando Matteo Pucciarelli, de la Repubblica, gli domanda se sarebbe disponibile qualora Bucci lo chiamasse a collaborare con lui risponde: “Sono ancora presidente di una azienda di Fincantieri, farò il mio lavoro lì dentro come sempre”.

Non è che rischia di perdere anche la carica in Fincantieri? Gli chiedono gli intervistatori de Il Fatto: “Spero di no, sarei cornuto e mazziato”.

E ancora, sempre da La Repubblica: Fincantieri parteciperà alla ricostruzione? “Io spero proprio di sì – risponde – Abbiamo le capacità e le competenze necessarie. Rifare il viadotto è sicuramente meno complesso della costruzione di una nave da crociera”.

Il Fatto Quotidiano ironizza sul fatto che “è la terza volta che entra in conclave papa, ma esce cardinale”: si era parlato di lui come presidente dell’Unione Industriali di Genova (“Feci un passo indietro io”), poi come sindaco, indicato da Toti e dal centrodestra, ma anche quella volta prevalse Bucci. Oggi, dichiara sorridendo al quotidiano diretto da Travaglio, “non c’è il due senza il tre”.

L’intervista a Marco Patuano, ad di Edizione

La Stampa propone un’intervista a Marco Patuano amministratore delegato di Edizione holding della famiglia Benetton.

Tra le altre cose, il manager si esprime sulla possibile revoca della concessione ad Autostrade: “Non voglio sembrare evasivo – dice – ma questo è un tema tecnico-giuridico che sarà espletato da Autostrade”. Quando gli intervistatori lo incalzano chiedendogli se questo significa che in una eventuale causa non saranno chieste sospensive per non intralciare la ricostruzione del ponte risponde: “Insisto: sicuramente la società prenderà le sue decisioni nell’interesse degli azionisti, ma anche dei genovesi. Ci sono comunque contratti, norme e leggi da rispettare”.

I vertici di Autostrade sono in discussione? “Questo consiglio di amministrazione è in carica fino al prossimo aprile. Non c’è niente di cui discutere. Poi la parola passerà agli azionisti”.

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