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WhatsApp smentisce Autostrade, sapevano dei problemi del Ponte Morandi

Il sindaco Bucci nominato Commissario. Nelle chat cancellate sarebbe annotata la perdita di tempo da parte di Aspi. Autostrade smentisce il prof Gentile

WhatsApp smentisce Autostrade, sapevano dei problemi del Ponte Morandi

Tornano sulla scena le chat WhatsApp cancellate dai telefoni dei tecnici di Autostrade.

“Abbiamo perso tempo”

La Repubblica ricostruisce l’accaduto. Il 15 agosto scorso, all’indomani del crollo, due dirigenti (indagati) di Autostrade si sono scambiati messaggi WhatsApp. Quando sui giornali arriva la notizia che la Procura si sta interessando proprio alle chat, uno dei due dirigenti cancella completamente i messaggi, l’altro no.

È dal suo telefono che i finanzieri avrebbero recuperato una parte del dialogo, il cui significato sarebbe, scrive il quotidiano, “Sapevamo di quei problemi sul Morandi… ne avevamo parlato… si è perso tempo…”.

Conversazioni che compromettono, dunque, la posizione di Autostrade che ha invece sempre affermato di non essere stata al corrente dei pericoli imminenti, anche se naturalmente occorre contestualizzare i messaggi prima di valutarli ai fini delle indagini.

Ascoltati in Procura anche due responsabili della Spea Engineering

Ieri i finanzieri hanno compiuto nuove ricognizioni nella sede romana del Mit – scrive Il Secolo XIX – “alla ricerca di mail e altre comunicazioni che circoscrivano meglio chi si è occupato del famoso intervento di retrofitting, la ristrutturazione dei tiranti mai ultimata, alle cui carte erano allegati alcuni report allarmanti”.

A Genova, invece, i pm hanno ascoltato in Procura, come persone informate dei fatti, Lucio Ferretti Torricelli, responsabile dell’unità strutture di Spea Engineering, controllata da Autostrade e incaricata di manutenzioni e prevenzione rischi, e Roberto Acerbis, responsabile monitoraggio opere e analisi dati, sempre della Spea.

“Ai due è stato chiesto cosa sapessero a loro volta del retrofitting, delle modalità con cui è stato elaborato il documento e chi avesse partecipato alla realizzazione degli studi”, scrive il quotidiano, ma entrambi si sono chiamati fuori da qualsiasi conoscenza specifica.

Sul professor Gentile interviene Autostrade

In una nota sul suo sito, Autostrade definisce “errate e fuorvianti” le dichiarazioni rilasciate da Carmelo Gentile, docente del Politecnico di Milano, ex consulente Aspi, che in un’intervista al Secolo XIX ha dichiarato che la società aveva a disposizione informazioni tanto gravi che dovevano indurla a chiudere il viadotto.

“Le strutture tecniche dell’azienda precisano – sulla base delle informazioni fornite da Spea – che i valori inferiori all’unità del coefficiente di sicurezza a taglio delle travi del sistema portato, erano adeguati. Questi valori erano stati determinati, infatti, dall’applicazione delle nuove norme per le costruzioni entrate in vigore nel 2008 e, contrariamente a quanto sostenuto dal professor Gentile, non descrivono in alcun modo lo stato di sicurezza del ponte. E non potevano dunque indicare la necessità di chiudere al traffico il Morandi da parte della Direzione di tronco, unico soggetto competente ad assumere decisioni di questo tipo”.

Un’ennesima tegola sugli sfollati

Ieri i cittadini di via Porro e via Campasso, le strade evacuate dopo il crollo, hanno incontrato i vigili del fuoco e stilato le loro necessità per il recupero degli oggetti personali, per programmare gli interventi di recupero. Nelle prossime ore – scrive La Stampa – ci sarà un elenco preciso di chi entrerà prima e chi dopo, con la richiesta di poter entrare in due per almeno un’ora.

La Stampa e Il Secolo XIX parlano dell’ennesima tegola abbattutasi su di loro, dal momento che Autostrade ha congelato la seconda tranche dei contributi chiesti dagli sfollati per far fronte alle nuove spese derivanti dalla prolungata permanenza fuori casa, essenzialmente giacconi, maglioni e canottiere, visto che la temperatura è cambiata e loro non possono rientrare negli appartamenti a recuperare i propri abiti.

Il nodo della questione sarebbe il seguente: gli sfollati chiedevano 10mila euro, un contributo uguale per tutti e a fondo perduto. La società, invece, rilanciava con 15mila ma in acconto al Pris, il programma regionale di intervento strategico per favorire la realizzazione di grandi opere infrastrutturali.

Poiché il decreto esclude Aspi dalla ricostruzione, però, non è più detto che Autostrade possa utilizzare il Pris. La Stampa aggiunge: “La preoccupazione è doppia, perché se non sarà Autostrade a indennizzare attraverso il Pris, salterà tutta la trattativa anche sulle cifre già concordate per il risarcimento per l’abbattimento delle case”.

Nominato il commissario per Genova: è il sindaco Bucci

Su tutti i quotidiani, stamattina, aveva ampio spazio il toto commissario per Genova, superato dall’avanzare delle notizie. È di poche ore fa, infatti, la notizia ufficiale della nomina del sindaco di Genova Marco Bucci.

La mappatura dell’Unione delle Province

La Stampa dedica ampio spazio alla mappatura commissionata dal ministero all’Unione delle Province sulle strade di loro competenza. Due ponti e gallerie su tre, tra i 30mila tra ponti, gallerie e viadotti controllati dalle 76 province italiane a statuto ordinario, richiedono interventi urgenti o urgentissimi. Si tratta di almeno 3miliardi di euro di investimenti necessari. Per far fronte alle emergenze più serie, almeno 730 milioni.

Il 40% delle urgenze è concentrato nel Nord-Ovest, tra Lombardia e Liguria. A seguire, Calabria, Campania (171), Puglia ed Emilia Romagna.

Almeno 14mila infrastrutture richiedono indagini ulteriori e per il monitoraggio occorrerebbero altri 566 milioni di euro: le regioni interessate sono Emilia Romagna, Lombardia, Campania (1390), Puglia e Veneto.

Un quadro allarmante quello dell’Upi, il cui presidente, Achille Vairati, definisce il nostro paese “fragile” e sottolinea che “dal 1979 a oggi sulla rete stradale nazionale il parco mezzi circolante è aumentato di quasi 2 volte e mezzo con una incidenza sulle strade di 5 volte, per dimensioni e peso. La nostra rete viaria è fatta di strade pensate per durare 20 anni e progettate per mezzi di 40 anni fa, il tutto con una circolazione dei mezzi pesanti che rappresenta circa il 10% del totale. In più oggi una strada ha una vita media di 4-5 anni e senza una annuale manutenzione l’intera funzionalità viene compromessa”.

 

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