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Ponte Morandi, il commissario col conflitto d’interessi: Gemme è un direttore Fincantieri

Il manager promette di dimettersi se gli sarà affidato l’incarico. Fece un incidente con i cinghiali in autostrada. Toninelli pensa ad epurazioni all’interno del Mit

Ponte Morandi, il commissario col conflitto d’interessi: Gemme è un direttore Fincantieri

Il decreto per Genova riceve la firma di Mattarella ma subisce ancora correzioni. Dai 49 articoli è stato tagliato il 45, relativo al divieto del doppio ruolo di presidenti di Regione e commissari sanitari, quello che riguardava anche il nostro buon Vincenzo De Luca, per intenderci.

Il commissario per la ricostruzione

Arriva anche un’ipotesi sul nome del commissario che dovrà occuparsi della ricostruzione. È Claudio Andrea Gemme, genovese, 70 anni. Laureato in Scienze Politiche, dirigente d’azienda con un curriculum internazionale, ha un passato in Finmeccanica e Ansaldo (in cui ha lavorato 41 anni). È presidente di Fincantieri Sistemi Integrati, direttore della Divisione Systems & Components di Fincantieri e membro di Confindustria. Quattro mesi fa è stato nominato presidente dell’associazione Gaslini Onlus che supporta l’ospedale pediatrico di Genova.

Due figlie, sampdoriano, è nato nel quartiere di Pegli da mamma sarta e papà ferroviere. Gli anziani genitori possiedono ancora una casa sotto il ponte Morandi, anche se non ci vivono più, essendosi trasferiti in campagna: sono però di fatto tra gli sfollati per il crollo. Lo stesso Gemme, da ragazzo, ha vissuto in via Porro, al numero 7.

Il conflitto di interessi

Certo, ci sarebbe un conflitto di interessi dovuto alla sua appartenenza a Fincantieri, ma Gemme avrebbe assicurato: “Ovviamente lascerò, l’ho già detto all’azienda”, aggiungendo, “Io sono un giocatore, quando giochi per una squadra fai gol per la tua squadra”.

Sergio Rizzo su Repubblica scrive:

Gemme è pure direttore di una importante divisione della Fincantieri, nonché presidente della società Fincantieri Sistemi Integrati. E non può non saltare all’occhio come questo dettaglio confligga fragorosamente con l’idea di affidare proprio alla Fincantieri l’incarico di ricostruire il ponte: disegno fortemente sostenuto da tutti i soggetti in campo, a cominciare dal Movimento 5 stelle. In questo caso si potrebbe verificare l’assurda situazione di un dirigente d’azienda che nelle vesti di commissario straordinario assegna un appalto alla ditta di cui è manager e dipendente. Una follia impossibile da accettare per chiunque, ma soprattutto per chi, come il Movimento 5 stelle, ha dichiarato al conflitto d’interessi che da troppo tempo ammorba il Paese una guerra senza quartiere.

Il Corriere della Sera racconta anche un episodio curioso che lo riguarda. Nel 2017 il manager rischiò la vita sulla A7: di notte, un improvviso attraversamento di cinghiali determinò un incidente che coinvolse quattro auto. La sua si ribaltò e Gemme all’epoca annunciò per due volte che avrebbe chiesto i danni ad Autostrade.

Tra gli altri nomi circolati, ricorda Il Secolo XIXI nella sua versione online, anche quello del fisico Roberto Cingolani, direttore scientifico dell’Iit. Negli ultimi giorni era stato fatto anche il nome del’ad di Ansaldo Energia, Giuseppe Zampini.

Il Mit e le epurazioni possibili

Lo racconta La Stampa in un colonnino a pagina 9. Toninelli starebbe pensando ad alcune epurazioni all’interno del Mit.

Il primo a cadere potrebbe essere Vincenzo Cinelli, direttore generale per la vigilanza sulle concessioni autostradali, indagato per il crollo. Assieme a lui potrebbero cadere tutti i dipendenti del ministero coinvolti nelle indagini.

Toninelli imputa al suo staff l’errore di aver nominato nella commissione ministeriale di inchiesta 5 dirigenti e consulenti (su 7) che poi, indagati, sono stati costretti alle dimissioni.

“La linea dura del ministro ha però determinato un riflesso difensivo da parte di tutti i dirigenti e funzionari impegnati nel delicato settore delle manutenzioni e dei controlli sulle infrastrutture a rischio – scrive La Stampa – Il risultato è che, prima di firmare qualsiasi atto, tutti cercano di cautelarsi. L’attività del ministero ne risulta rallentata e ciò costituisce un problema anche alla luce del fatto che il decreto Genova contiene anche riforme, a partire dall’istituzione di un “archivio informatico nazionale delle opere pubbliche”.

Una lunga battaglia legale all’orizzonte

Un altro fronte che desta preoccupazioni è il rapporto con i concessionari autostradali.

Non c’è solo il probabile ricorso di Autostrade, formalmente ancora titolare della concessione. Il decreto esclude dalla ricostruzione del ponte tutte le imprese a qualsiasi titolo collegate a concessionarie di strade a pedaggio. Ovvero Pavimental (gruppo Atlantia-Autostrade) e tutte le principali aziende italiane del settore: Salini Impregilo, Pizzarotti, Astaldi, Cmc, Cmb, Itinera, Toto.

Lo scenario è quello di una lunga battaglia legale.

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