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È tornato il vento mediatico del Nord, e una parte di Napoli lo asseconda

Non c’è più traccia del Napoli, spazzato via non più solo dalla Juve ma anche da Milan e Inter. Il silenzio sulle alchimie finanziarie delle loro campagne acquisti.

È tornato il vento mediatico del Nord, e una parte di Napoli lo asseconda

Non sono bastati Mauro e Ilaria D’Amico

Che scemi noi che pensavamo che l’allontanamento dal piccolo schermo Sky di Massimo Mauro e della signora Buffon, dalle trasmissioni e dai commenti sul campionato di calcio di serie A, avrebbe provocato una sana decontaminazione juventina del sistema della informazione e del business del calcio.

Che scemi. Di fronte a una nuova offensiva che punta a oscurare il Napoli e a far brillare di nuovo le squadre dell’asse Torino-Milano, i nostri amati fratelli tifosi del Napoli (una parte di loro) che fanno? Annunciano la guerra contro il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentis, ritrovandosi oggettivamente sullo stesso fronte dei cantori del nuovo sistema di potere del calcio che si basa sulla diarchia Milano e Torino.

Complimenti, fratelli napoletani. Citiamo il comunicato degli ultras, ma ovviamente non ci rivolgiamo solo a loro. «Non tolleriamo questa visione di solo calcio affaristico e anaffettivo. Siamo gli ultras… presenti ovunque, comunque, al fianco del ciuccio è mai di una pantera».

Il concorso di tanti tifosi del Napoli

Sembra una puntata di Scherzi a parte. I nostri ultras, e tanti tifosi che leggiamo quotidianamente sui social e ascoltiamo in conversazioni private, non hanno digerito che De Laurentis provasse a costruire un nuovo progetto. La Bari, il vivaio di calciatori del sud, e poi una diversa politica nella Lega, sui diritti televisivi.

Altro che “affarista”.  Il “cinematografaro” è diventato un imprenditore del calcio, che non è una brutta parola. Un modello positivo se solo pensiamo che dietro al Napoli c’è solo lui, con tutti i suoi limiti caratteriali. Insomma, si può dire lo stesso delle milanesi o della Juve che viene nutrita dalla mamma Fca ex Fiat, insomma dagli Agnelli?

Che fessi. Ci siamo cascati davvero tutti, noi che sognavamo di essere garantiti da “stessi diritti per tutti”, e cioè  “stesse chances per tutti”. Quanto è stato amaro accorgersi che così non è stato e non è.

Del Napoli europeo e dei 91 punti non c’è più traccia

Che sventole in questi giorni di precampionato. Inaspettate. Mediatiche, non sul campo. Ma come, non siamo stati noi a raggiungere la vetta dei 91 punti in classifica e perdere il primo posto per una manciata di punti? Il Napoli da anni gioca in Europa, arriva tra le prime in classifica, non deve farsi scontare nessun peccato, veniale o mortale che sia, e invece, e non si capisce perché, deve passare per le Forche Caudine di plotoni di giurati che sputano sentenze di condanna solo perché è il Napoli.

L’offensiva prevede una campagna di denigrazione per gli acquisti del Napoli. Al di sotto delle aspettative. Insomma il nostro Ronaldo non c’è, non è stato comprato e i tifosi napoletani sono delusi. E se il Napoli delude, ecco i fuochi di artificio per gli acquisti del Milan, dell’Inter e naturalmente della Juventus. Addirittura c’è la Fiorentina oltre che la Roma che possono fare meglio del Napoli che dunque sembra destinato non solo a non vincere niente ma anche a essere cacciata dalla prossima Champions.

Non è più solo Totino, è tornata Milano

Non reagite con fastidio, non siamo leghisti del sud. Noi caparbiamente siamo italiani che aspirano a vincere lo scudetto. Lo ha detto chiaramente il nostro mister, Carlo Ancelotti. Eppure il vento che arriva dal Nord è fetente e forte. E rischia di spazzare via quelle squadre che non dispongono di bottini milionari e complicità in ogni gradino della scala del sistema.

È un vento mediatico che non sentivamo da anni e che ripropone drammaticamente l’attualità di una questione meridionale anche nel mondo del calcio, dello sport. Per essere chiari, in questi ultimi anni il mondo del calcio è stato “juventinocentrico”. Un “blob” terribile, apparentemente senza forma, appunto, che ha inghiottito tutti.

Ma oggi, da Torino il “sistema” ha inglobato anche Milano. La nuova Milano ricostruita sulle macerie del craxismo e della Prima Repubblica è stata promossa e le sue due squadre Milan e Inter sono diventate candidate a salire sul podio dei vincitori del campionato. Non una parola sulle alchimie finanziarie delle loro campagne acquisti. Società ancora all’attenzione della Uefa. 

Ecco tornare prepotentemente alla ribalta la questione settentrionale. Quest’aria hanno respirato i cantori del potere, quei media e quei giornalisti che ogni giorno lavorano per imporre il modello vincente dell’asse Torino-Milano. Contro questo asse dobbiamo sforzarci di vincere perché vogliamo giocare per vincere in un campionato non truccato. Sperando che anche i nostri ultras si sveglino e capiscano da che parte stare.

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