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CR7 fa bene al calcio italiano, il Bari di De Laurentiis è un problema: il mondo del rag. Casoria

È un insospettabile difensore del meridione. Da decenni si lamenta dei soprusi del mondo malvagio, e da decenni lavora con coerenza – lui sì – per il padrone: il più forte.

CR7 fa bene al calcio italiano, il Bari di De Laurentiis è un problema: il mondo del rag. Casoria
Il mitico ragionier Casoria, “La banda degli onesti”

Adeguarsi. Questo sembra ancora oggi il segreto, dai tempi del Ragioniere Casoria.

Adeguiamoci al racconto nazionale secondo il quale l’operazione effettuata della squadra detentrice da anni del titolo nazionale per portare in Italia il migliore calciatore al mondo non contribuirà a cristallizzare ancora di più il nostro campionato già ingessatissimo, schiacciando ulteriormente verso il basso una parte considerevole di squadre di serie A, ma aiuterà addirittura tutto il calcio italiano – ovvero un essere moribondo, ai minimi storici di sempre per valori tecnici dei singoli e del sistema. CR7 dovrebbe risollevare le sorti di questo movimento enorme e disperato, rafforzando ancora di più chi già vince il torneo a marzo da tempo ormai immemore.

Adeguiamoci anche al pensiero che se, viceversa, c’è un signore che, nel contesto aziendale, infrastrutturale e istituzionale desertificato del Sud, investe contanti veri – e suoi – per far ripartire la seconda realtà calcistica del mezzogiorno e recuperarla dalla serie D, innestando un potenziale ciclo virtuoso e generando un importante indotto economico oltre che culturale, questo sia accolto come un fattore problematico. La domanda in quel caso è: come farà mai a possedere ben due squadre di calcio nella stessa serie tra non si sa quanti anni? Non avrà certo in mente di infrangere nel futuro il regolamento, specie in un contesto così fortemente rispettoso delle leggi come è il calcio nazionale, popolato di probiviri e operazioni da sempre trasparenti e di specchiata regolarità. Dio non voglia!

Passiamo dunque e senza indugio dalla parte del Ragioniere Casoria. Non è con gli investimenti, la programmazione, la ricostruzione del tifo che invoglieremo i ragazzi a giocare, che diminuiremo il gap annoso tra nord e sud, che scoveremo nuovi talenti per una nazionale che non si qualifica neanche al mondiale. No di certo. Che sciocchi. Sarà pagando uno sproposito il migliore e dandolo ai migliori, in un sistema in cui falliscono mediamente una manciata di società storiche all’anno, che risolleveremo le sorti del mummificato calcio italiano. In cui i primi continueranno ad essere primi e ad andare vicini alla coppa-incubo, dando qualche nuovo succoso argomento alle dottissime ed imperdibili trasmissioni sportive della domenica sera.

Il problema a monte rimane e rimarrà il medesimo: il Ragioniere Casoria non è un nemico giurato. Anzi. È un bonario signore delle nostre parti. È un rispettabile professionista campano, un insospettabile difensore del meridione – magari con bandiera duosiciliana a sventolare sul balcone. Da decenni si lamenta dei soprusi del mondo malvagio, e da decenni lavora con coerenza – lui sì – per il padrone: il più forte.

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