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La cazzimma non c’entra niente con la debolezza del Napoli in difesa

Sarri ha giustamente parlato di mancanza di mentalità vincente, sottolineando quindi che gli errori sono frutto di una debolezza non di mancanza di astuzia.

La cazzimma non c’entra niente con la debolezza del Napoli in difesa

Si chiama mentalità vincente

Questa storia della mancanza di cazzimma che Maurizio Sarri imputa ai suoi giocatori mi ricorda molto la mancanza di “amalgama” dei giocatori del Catania, una celebre storiella del calcio pane e puparuole – giusto per adeguarci al linguaggio – di Gipo Viani, Rozzi, Pugliese e del loro tardo epigono Trapattoni che fece il giro del mondo. Ed è rimasta virale.

L’amalgama di Massimino

Ricordiamo quello che successe: al termine di una partita perduta inopinatamente dai padroni di casa un cronista della redazione siciliana della Rai, intervistando in diretta il mitico presidente del Catania Angelo Massimino, imprenditore edile con licenza di dire strafalcioni, rimproverò più volte alla squadra di non avere amalgama tra i reparti. Massimino, che già aveva all’attivo frasi cult del tipo “sono andato a comprare due giocatori brasiliani ma non vi dico in che paese sono andato” si spazientì e sbottò alla sua maniera: «facciamola finita, dimmi dove gioca ‘sto amalgama e lo compriamo».

Gli errori di Firenze

La situazione certo non è la stessa perché Sarri è un uomo di buone letture che conosce bene la grammatica e la lingua italiana. Ma il paragone viene buono per sottolineare che il calcio si affida spesso a paradossi linguistici per coprire le sue magagne e spiegare fenomeni che non hanno bisogno di spiegazioni. Tanto sono chiari. Come il parziale crollo del Napoli nel secondo tempo della partita con la Fiorentina che aggiunto ad un pizzico di sfortuna che da troppo ormai è presente nelle prestazioni del Napoli – leggi soprattutto l’infortunio di Chiriches che ci ha fatto scoprire l’altra faccia, quella sbiadita, di Maksimovic e la deviazione di Callejon sulla punizione altrimenti innocua di Bernardeschi – ha favorito il ribaltone viola che altrimenti non ci sarebbe stato.

Diamo un nome alle cose

Finché gli azzurri hanno giocato da Napoli, infatti, non c’è stata partita. E il vantaggio di un solo gol, pur splendido, stava strettissimo a Sarri e alla sua truppa. Dopo, invece, è stata un’altra musica. Se le cose sono andate così, la mancanza di cazzimma, che è termine usato a livello popolare per dare conto di una impresa portata felicemente in porto con un pizzico di astuzia al limite della fraudolenza e di genialità, non è adatta e Sarri lo ha capito correggendola con “mancanza di mentalità vincente”. Che è ben altra cosa ed è fenomeno di debolezza, non di astuzia vincente.

Affianchiamo Reina

Come ne usciamo? Chiamando le cose con il loro nome, anzi con i loro due nomi: incapacità di “uccidere” il risultato e debolezza genetica del reparto difensivo. Reina, Hysaj e Ghoulam si concedono eccessive licenze poetiche e incassano puntualmente il gol: questo è il problema vero del Napoli e questo ha inteso dire il Napolista nei giorni scorsi quando ha insinuato il dubbio che ancora ci arrovella: meglio Pavoletti o meglio potenziare la difesa? Chi non ha risolto il rebus ha tutto il tempo per farlo, noi difendiamo le nostre idee.

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