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Napoli, resta la delusione per aver conservato la vetta meno di un Campi Flegrei-Leopardi

Napoli, resta la delusione per aver conservato la vetta meno di un Campi Flegrei-Leopardi

Inutile fingere, è il segreto di Pulcinella e in fondo non ci crederebbe nemmeno il bebé di Sorrento, ben altri sogni e aspettative cullava il tifoso per una gara certo agnostica e insidiosa, ma comunque ampiamente alla portata della squadra tritasassi ammirata nelle ultime emozionanti settimane, poi è chiaro se non vinci puoi anche perdere o pareggiare, è la dura legge del calcio ed è sterile stare qui a recriminare su ciò che sarebbe potuto essere e non è stato se il solito discutibilissimo Mazzoleni di Bergamo avesse concesso almeno un tempo supplementare, per fortuna manca ancora una vita alla fine e già domenica ghiotta occasione per rifarsi contro la deludente rometta di questi tempi. Ma a pensarci bene accade sempre quando costretti si è al brusco risveglio con il mal di testa dopo la sbornia dei lunghi giorni di festa, c’è il tifoso che vedrà nero e penserà all’esame di maturità mestamente fallito, quello che vedrà bianco convinto che il vero Napoli è solo quello del quart’odora finale che già da domenica prossima tornerà il bobcat inarrestabile di ieri l’altro e quello, il più saggio di tutti, che opterà per il grigio, che non è ovviamente semplice sommatoria dei due colori innominabili, ma solo obiettività e sano realismo di fronte ad un risultato certo pesante e addrizzato solo in zona cesarini, ma frutto comunque di una prestazione a larghi tratti gagliarda e molto sfortunata, con Mirante assoluto protagonista contro i suoi stessi fratelli a rimarcare ovve bisogno ce n’è fosse il lustro che i suoi figli a questa amatissima terra sanno dare quasi sempre quando lontani sono da essa.

Non è quindi l’Inter di nuovo capolista o il ritorno peraltro annunciato della Rube a dover turbare il sonno del tifoso, certo la delusione per aver conservato la vetta meno di un Campi Flegrei-Leopardi resta, ma siamo sicuri che il lìder maximo allorquando analizzerà a mente fredda la partita trarne ne saprà più indicazioni positive di quante emergere ne possano da una vittoria per quattro a zero, poi il resto toccherà alla società, memento audere sempre ci insegnavano a scuola calcio, chiaro impensabile che siano sempre gli stessi a tirare la carretta fino a Giugno su ben tre fronti di gara contemporaneamente, o che il trio Dezi-Allah Chalobah-El Kaddouri entri in campo e spacchi in due la partita quando ti affanni a tirare ma non ne vuole sapere di entrare.

Tanto essenzialmente premesso, un plauso comunque al sempre bravo Donadoni, capace di rifare il look a questo Bologna come nemmeno dieci sedute intensive da Liliana Paduano e rilanciare quel Mattia Destro inatteso mattatore del match, sparito almeno sino a ieri dalle scene manco fosse Angela Cavagna e invece evidentemente ancora in vena di giocarsi i suoi assi di un colore solo nella massima serie. Con gli avversari a lungo a carte scoperte, però, leggasi cioé Albiol sulla prima segnatura più lento di una telecronaca di Auro Bulbarelli e inaspettato regalo anticipato di Pepe per l’incredibile treazero, prego accomodatevi c’è posto per tutti, con gentilezza, garbo e disponibilità manco fossimo alla casa nella prateria. Partita in abbattitore? Nemmeno per sogno, almeno fino a quando c’è Pipita in campo, al solito il primo a crederci e l’ultimo ad arrendersi, oggi più che mai sulle tracce del compaesano Angelillo, capace alla lunga di liberarsi dall’affido condiviso tra Eikonomou e Gastaldello riservatogli dai tortellini e spingere in porta tutta la frustrazione per una giornata troppo storta per essere vera, chiaro incidente di percorso da cui urge subito ripartire, scienti del fatto che il campionato non lo si sarebbe di certo assassinato, ma rallentare adesso, quello si che sarebbe reato. Il Pipita non è in lizza per il pallone d’oro ma il tifoso, statene certi vossignori del calcio, se ne farà una ragione. Se poi il vostro unico impiego è stabilire se la pulce è più grande di Diego fate pure, o chiedete. Se volete vi spiego.
Otto Tifoso

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