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Al Napoli serve un tenore anche in difesa?

La “romanità” mi impedisce di leggere il Corriere del Mezzogiorno, mio ex giornale. Quando mi ritrovo a Napoli, però, posso sfogliarlo. E oggi con piacere ho trovato una colonna nella pagina dello sport titolata “dibattito”. Marco Demarco, non me ne voglia, sta al calcio, e allo sport in generale, come io sto alla fisica nucleare. Ma ha gran fiuto giornalistico.  Ricordo le sue battaglie su come veniva trattato il calcio sui giornali. Si chiedeva come mai dei dibattiti che era costretto a sorbirsi alle cene e nei bar non scorgeva traccia sui quotidiani. Vabbè, ne seguivano discussioni infinite coi giornalisti.
Ma torniamo all’oggi. Dopo quasi quindici anni noto con piacere che Marco ha strappato una colonna nella pagina dello sport. E oggi il dibattito, se ho capito bene lanciato da Raffaele Auriemma, verte sul seguente tema: al Napoli manca un tenore in difesa? Il professor Guido Trombetti dice in parte di sì, si rammarica per l’assenza di un Nesta in prima maniera, ma sposta l’attenzione su un altro punto: la debolezza del centrocampo e l’equivoco chiamato Inler. Catello Maresca, pm che ha arrestato il boss della camorra Michele Zagaria, sostiene che invece l’acquisto in difesa c’è e si chiama Britos. Luigi Necco, invece, teme che De Laurentiis prenda un diplomato in canto invece che un tenore.
Insomma, il tema c’è. Certo, un Nesta farebbe piacere, ma cambiare il centrale difensivo è cosa non da poco. Sicuramente un innesto in quel ruolo ci farebbe fare un innegabile salto di qualità, ma non è che in Italia ce ne siano tanti di livello. E poi, vedi Ruiz, anche in difesa a Mazzarri i piedi buoni non piacciono granché. Gira gira, stiamo sempre lì e ci toccherebbe parlare ancora del modulo. A me Cannavaro non dispiace, ma un difensore di livello non guasterebbe. Magari uno veloce. Se Santacroce non si fosse perso, sarebbe stato l’ideale.
Massimiliano Gallo

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