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Noi cento spettatori della Scandone ormai ci conosciamo per nome. Ribadiamo: solo il mare può salvare la pallanuoto

Noi cento spettatori della Scandone ormai ci conosciamo per nome. Ribadiamo: solo il mare può salvare la pallanuoto

Cadono le foglie, ricompare la pallanuoto. Puntuale come una cambiale che si continua ad onorare per amore della causa. Venerdì e sabato ci siamo ritrovati alla Scandone per il primo week-end intenso del campionato: ouverture con il derby Posillipo-Acquachiara che è la sfida tra i fratelli Porzio e il loro passato rossoverde calpestato. Poi, sabato, in piena digestione, la Canottieri Napoli ha debuttato contro la Roma Vis Nova dell’eterno Calcaterra.

Per la stracittadina c’era anche la tv in differita, si sperava nel pienone, ma gli spettatori sono stati settecento o giù di lì. In compenso hanno fatto un gran fracasso e gli spalti della gloriosa piscina hanno rivissuto per una volta il pienone delle grandi sfide con il Recco. Quando, fuori della piscina, c’era gran lavoro per i bagarini. Malinconie inopportune, visto come siamo finiti. Sabato, invece, per il debutto dei giallorossi che hanno il più bel vivaio d’Italia e hanno vinto tutti gli scudetti possibili grazie a Enzo Massa e a Maurizio Migliaccio, ma anche stavolta ci siamo contati: a cento, credo, non si arrivava. E, per giunta, sempre i soliti, invecchiati di un anno, ma fedeli nei secoli come i carabinieri. Ci conosciamo uno per uno, prima della partita ci raccontiamo com’è andata l’estate e, se ce ne fosse bisogno, si può parlare da una gradinata a quella opposta tanto nessun filtro si frappone.

Qual è la conclusione di questa lunga e, forse, un po’ noiosa, introduzione? Una sola: la pallanuoto, cenerentola dell’audience nazional popolare nonostante sia un gioco altamente spettacolare e carico di emotività, si salva solo ritornando a mare e giocando dalla primavera inoltrata all’autunno. La Federazione fa finta di niente – volete mettere la stabilità delle piccole situazioni di potere ormai consolidate, perché rimescolare tutte le carte e inserirne di nuove? – ma chiudete gli occhi e immaginate se i derby si svolgessero avendo come tribuna il lungomare. Sarebbe uno spettacolo, si rianima lo sport e si rianima anche la città. Come è successo al porticato di piazza Plebiscito: ventuno pianoforti e finalmente si fa musica. Basta così, ci siamo spinti anche troppo, ma non molleremo la presa perché la pallanuoto è lo sport che amiamo da sempre anche perché è mezzo napoletano e mezzo genovese, cioè nasce a mare e non può “morire” in piscina.

Come abbiamo ritrovato le nostre tre big? Complessivamente bene, sicuramente in grado di essere protagoniste del campionato e di fare bella figura in Europa. Il Posillipo ha vinto con merito il derby (8-6) mettendo in vetrina il meglio del suo nuovo roster: il gigante croato Marinic, gentilmente “offerto” dal past president Marinella, si è presentato segnando cinque reti, e il portiere Negri che indossava la maschera ma si è fatto immediatamente riconoscere parando l’impossibile. Buona la squadra, ottimo e abbondante il nuovo sponsor Roberto Zeno che non lesina sul conto. Che dire: speriamo che Cenerentola tenga incatenato il Principe.

L’Acquachiara, invece, era visibilmente stanca e Paolo De Crescenzo ha mille volte ragione quando protesta per intreccio tra i calendari nazionali e internazionali: otto partite in dieci giorni, senza contare i trasferimenti, è una cura da cavalli. Soprattutto all’avvio della stagione. Buona, invece, la prima in casa della Canottieri di Paolo Zizza, Enzo Massa e Mario Morelli. Dovevano chiedere perdono per il bruttissimo approccio contro il Savona – dopo la maratona europea – e l’hanno ottenuto mostrando progressi rispetto all’anno scorso: manovra più corale, azioni a volo, eccellente intesa. 16-9 il risultato finale. E felicissimo esordio di Baviera, un peperino salernitano, muscoloso e ricco di iniziativa, che promette davvero bene. Come Maccione, Borrelli, Di Martire, ultimo figlio d’arte in rampa di lancio, e gli altri. C’è da essere contenti, insomma, in attesa che rientri anche Alessandro Velotto, il pupillo del ct Campagna: ci siamo quasi, il popolo giallorosso è pronto ad accoglierlo.

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