A Sportweek: «Mi distruggo con l’allenamento, mi auto-punisco e mi ricarico così. Oggi c’è più sicurezza nello sci, 15 anni fa sciavamo senza casco»

Federica Brignone ha rilasciato un’intervista a Sportweek. Oggi la tappa di Coppa del Mondo a Beaver Creek (Usa), questa mattina le prove libere in cui Brignone ha registrato il nono tempo (prima Sofia Goggia, al ritorno dall’infortunio).
Brignone: «Mi auto-punisco e mi ricarico così»
Le sue parole a Sportweek:
«Con me stessa so essere cattiva, molto cattiva. Sono molto dura con me stessa. Per esempio, se sbaglio una mattinata di allenamento, se non sono contenta di quello che faccio in pista o non sono soddisfatta di me, al pomeriggio arrivo in palestra e mi dico: adesso voglio star male. Cioè: voglio allenarmi fino a stare male, distruggermi con l’allenamento. Trovo che sia un modo di pensare e di agire “positivo”, costruttivo, come quando vado in pista e sto lì finché non faccio mille giri come voglio io. Mi sfinisco col lavoro. Io mi auto-punisco e mi ricarico così».
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«Sono una perfezionista, sono molto testarda e tanto esigente. Questo è positivo da una parte, però ha i suoi risvolti negativi. Sto cercando di essere esigente me per le cose che servono, nel modo giusto, senza autodistruggermi. Mi piacerebbe avere un po’ più di autostima, continuerò a lavorare perché questo accada». continua la Brignone.
A 24 anni non pensavi che a 34 avresti fatto ancora questa vita per la troppa fatica?
«Questa è una vita tosta, richiede una fermezza mentale non indifferente e tanto allenamento per mantenere la polivalenza. Purtroppo non ho mai potuto dire: “Sai cosa? Vado via tre mesi e mi prendo un periodo sabbatico” oppure, a fine stagione, dire: “Ciao, scompaio per un mese”. Servono parecchio rigore e programmazione. Detto questo la mia vita è molto bella».
La prospettiva di smettere preoccupa?
«Da una parte desidero che questa vita finisca perché ho voglia di fare ancora delle cose prima di avere una famiglia o prima di voler avere una famiglia. Purtroppo più questo capitolo va avanti e meno avrò tempo per i progetti che ho in testa, come fare dei viaggi, per dire».
Su Sofia Goggia:
«L’ho vista sciare e per me tornerà forte come prima. E poi ogni difficoltà che affronti i ti rende più forte, se riesci a superarla, sei più stabile, quindi non ho dubbi che tornerò al 100% e anzi sarà veloce come sempre».
Lo sci è stato portato al limite. Troppo?
«Si va molto più veloce, però oggi c’è più sicurezza. Io dieci anni fa stavo senza protezione per la schiena e oggi invece indosso l’air bag, 15 anni fa sciavamo senza casco. E prima non c’erano le reti. Adesso tutto è cresciuto di pari passo, però ti dico: io mi sento più in pericolo a viaggiare in macchina che non in pista».