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D’Aversa, il Lecce prende le distanze: «La società condanna fermamente il gesto del proprio allenatore»

Il club non avalla le assurde giustificazioni del tecnico a Sky dopo la testata: «gesto contrario ai principi ed ai valori dello sport

D’Aversa, il Lecce prende le distanze: «La società condanna fermamente il gesto del proprio allenatore»

Il tecnico del Lecce, Roberto D’Aversa, è stato protagonista di uno spiacevole gesto nel finale del match contro il Verona. Il tecnico, infatti, ha dato una testata all’attaccante gialloblù Henry; i due sono stati espulsi. Nel post-partita, D’Aversa si è difeso ai microfoni di Sky ma il Lecce ha preso le distanze dal tecnico che effettivamente in tv ha rimediato una figuraccia quasi peggiore di quella rimediata con la testata.

D’Aversa-Henry, il Lecce condanna l’accaduto

Attraverso un comunicato, la società pugliese ha fatto sapere che:

con riferimento all’episodio che ha visto coinvolto l’allenatore D’Aversa ed il giocatore del Verona Henry, pur valutando la situazione di nervosismo generale nel finale di gara, la società condanna fermamente il gesto del proprio allenatore in quanto contrario ai principi ed ai valori dello sport”.

Le parole del tecnico.

A Sky D’Aversa aveva detto:

«C’è stato un finale concitato, già negli ultimi minuti di partita quando ci sono state delle provocazioni. Non volevo che i miei ragazzi prendessero delle squalifiche o simili, siamo venuti a contatto io e Henry: il gesto non è stato bello da vedere, ma la mia intenzione era di dividere gli altri. Ha continuato nelle provocazioni anche a partita finita. Ho salutato subito Marco Baroni, poi c’era un parapiglia e l’intenzione era quella. Con i dirigenti ci siamo parlati ed è finita lì. »

Un atteggiamento inaccettabile per un allenatore…

«No, è la vostra visione. Non sono entrato in campo per dare una testata, sono andato a salutare Baroni e poi volevo evitare che i miei giocatori prendessero squalifiche per la prossima. Poi lui si è avvicinato, la mia intenzione non era di andare da Henry assolutamente».

«Mi scuso per il gesto, non è bello da vedere: essendo un allenatore e padre di tre figli c’è da scusarsi».

 

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