Al Corsera: «in Italia ci sono molti fascisti, e moltissimi che non hanno del fascismo un’idea negativa. Qui siamo all’elogio dei campi di sterminio»
Due giorni fa un centinaio di tifosi della Lazio si sono ritrovati nel salone dello storico birrificio Hofbräuhaus, fondato 1589 dal duca Guglielmo V, dove Hitler nel 1920 tenne uno dei suoi primi comizi, enunciando i 25 punti del programma del Partito nazionalsocialista tedesco dei lavoratori. I supporter biancazzurri, dopo aver intonato cori di incitamento alla squadra, si sono concessi un altro grande classico, il “Me ne frego” da stadio. “Ce ne freghiamo della galera, camicia nera trionferà. Se non trionfa sarà un macello col manganello e le bombe a man”. Il coro si chiude con il grido “Duce, Duce”, ripetuto più volte e accompagnato dai saluti romani.
Oggi Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera risponde ad alcuni lettori espandendo il suo pensiero
“Conosco l’antifona: il fascismo e il nazismo sono morti e sepolti e non torneranno. Certo; e ci mancherebbe altro. Ciò non toglie che in Italia ci siano molti fascisti, e moltissimi che non hanno del fascismo un’idea negativa. Sento dire: è sempre stato così. È possibile. Ma non c’è dubbio che il filofascismo o l’anti-antifascismo siano ormai sdoganati, senza alcuna reazione che non sia lo sbuffo di noia o lo sguardo di compatimento. Se i candidati alla presidenza di Regioni importanti inneggiano o ammiccano al Duce, perché gli ultras della Lazio dovrebbero astenersi dal mettere alla berlina Anna Frank? Conosco anche l’altra antifona: il nazismo non è il fascismo. D’accordo. Il fascismo ha avuto molte facce: lo squadrismo, il regime, il blocco conservatore con nazionalisti e cattolici, il sussulto socialistoide di Salò. Ma qui siamo oltre, siamo all’elogio dei campi di sterminio. Goliardia di pessimo gusto? Anche, ma non solo”.