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La Serie A vuole i soldi delle scommesse e i contratti di 8 anni ai calciatori (sono le idee di De Laurentiis)

Repubblica descrive il piano della Lega (diverso da quello della Figc): salary cap, arbitri professionisti e Coppa Italia minima

La Serie A vuole i soldi delle scommesse e i contratti di 8 anni ai calciatori (sono le idee di De Laurentiis)
Db Milano 30/06/2022 - assemblea ordinaria Lega Calcio Serie A / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Lorenzo Casini

Anche la Serie A ha il suo piano per riformare da cima a fondo il calcio italiano. In questi giorni si sta delineando un’opposizione tra Figc e massimo campionato italiano. Il piano anticipato da Repubblica è diverso da quello presentato dalla Federcalcio.

Dodici articoli, 45 voci complessive. Il documento con cui la Serie A vuole riformare il calcio italiano unisce di tutto: proposte curiose, idee rivoluzionarie e pensieri folkloristici. Le 25 pagine saranno lunedì sul tavolo dei 20 club: è la base da portare martedì in Federcalcio per iniziare la battaglia con la Figc“.

Il piano della Serie A: salary cap, extracomunitari, arbitri professionisti e meno partite

Il piano della Serie A ha inizia con la richiesta di un salary cap. “un tetto alle spese sul modello spagnolo, che impedisca di sostenere stipendi eccessivi in rapporto al fatturato del club“. In pratica, scrive Repubblica, prima di comprare serve far quadre i conti. Altrimenti c’è il blocco del mercato.

Nel piano si parla anche degli extracomunitari. Secondo la Serie A si potrebbe “ingaggiarne due senza necessariamente sostituirne altri“. Una proposta anche sui contratti dei calciatori con la possibilità di farli valere per 8 anni (è l’idea di De Laurentiis). Per quanto riguarda le spese, il massimo campionato propone “la riduzione automatica del 30% degli stipendi dei calciatori per chi retrocede e l’abolizione del “prelievo forzoso” che la Serie B esercita su chi retrocede“.

Nessuna intenzione di subire dei limiti per l’iscrizione in Serie A. Piuttosto meglio una sorta di “selezione naturale“. In Lega non vogliono permettere alla Figc di fissare criteri di iscrizione senza consultare chi li deve rispettare. Le squadre chiedono anche “un sistema di arbitri professionisti e indipendenti dalla Figc e un taglio drastico alla Coppa Italia“.

L’idea è di far sì che alcune partite valgano sia per la coppa che per il campionato, con l’obiettivo di ridurre il numero complessivo di partite in stagione. Il modello è l’In-Season Tournament dell’Nba. In questo modo sarebbe qualificata per le coppe europee anche la finalista della Coppa Italia.

Le altre proposte comprendo “il Var a chiamata per 1-2 volte a partita per ogni squadra e la trasmissione in diretta dei dialoghi arbitro-Var: magari sperimentandola in Coppa Italia“.

Le richieste alla politica

L’ultima parte del piano redatto dalla Serie A è poi rivolto al mondo della politica. Le richieste sono diverse e tutte hanno un impatto sulle casse pubbliche:

La Serie A vuole una percentuale sulla raccolta delle scommesse (anche questa è un’idea di De Laurentiis, ndr) da distribuire tra i campionati in base alle puntate ricevute e da spendere per infrastrutture e giovani. Magari con l’abolizione del divieto di sponsorizzazione. Chiede il ripristino del decreto Crescita: costerebbe allo Stato 60 milioni all’anno. Altri 60 li chiede per il prolungamento delle deduzioni per il professionismo femminile. In più il riconoscimento facciale per la sicurezza negli stadi: costo zero per lo Stato, non per la privacy dei cittadini“.

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