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Per la procura i cori razzisti degli juventini contro Lukaku sono un reato tenue da non punire

Il Corsera riporta che ad influenzare la decisione è stato il fatto che tale condotta non ha perdurato per un tempo significativo e che era mossa da evidenti ragioni di rivalità sportiva

Per la procura i cori razzisti degli juventini contro Lukaku sono un reato tenue da non punire
Mg Torino 04/04/2023 - Coppa Italia / Juventus-Inter / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: esultanza gol Romelu Lukaku

La notte di Juve-Inter, il 4 aprile 2023, semifinale di Coppa Italia, ci furono versi razzisti contro Romelu Lukaku, l’attaccante nerazzurro fu preso di mira in modo osceno dai tifosi della Juventus, che intonarono ululati razzisti prima che il belga si presentasse sul dischetto per tirare il rigore del pareggio e gli urlarono «scimmia del cazzo». Tutto documentato in modo esauriente e imbarazzante da video

Il reato c’è, scrive il Corriere della Sera, ma la Procura di Torino ne chiede l’archiviazione per l’articolo 131 bis del codice penale, che prevede l’esclusione della punibilità considerandoli non (penalmente) punibili: durarono poco, furono fatti per «evidenti ragioni di rivalità sportiva» e i quasi 150 tifosi bianconeri indagati si «influenzarono l’uno con l’altro».

Se per le norme non fa una piega, di certo, per impatto sociale e indignazione globale, l’episodio tenue non fu.

Per gli insulti a Lukaku le indagini della Digos portarono ad emettere Daspo per 171 persone, poi è arrivata l’inchiesta coordinata dal pm Davide Pretti, con 144 tifosi indagati per cori razzisti e alcuni per lancio di oggetti.

Che fossero grida razziste non ci piove, scrive il magistrato: «La giurisprudenza, già in passato, si è pronunciata ritenendo che l’emissione di suoni gutturali, come tipico riferimento all’ululato delle scimmie, si caratterizza per evidenti connotati di discriminazione razziale e dunque può integrare l’ipotesi che sanziona la commissione di atti di discriminazione per motivi razziali». C’è un però: «Il fatto che tale condotta sia stata tenuta da una moltitudine di persone, che hanno evidentemente agito influenzandosi l’uno con l’altro, nonché il fatto che tale condotta non abbia perdurato per un tempo significativo e, non da ultimo, che sia stata posta in essere per evidenti ragioni di rivalità sportiva (tifosi della squadra avversaria) induce a ricondurre il fatto nelle maglie applicative dell’articolo 131 bis del codice penale». E ancora: «Il comportamento non è certo abituale ed è dunque possibile procedere all’archiviazione per particolare tenuità del fatto».

Subito dopo tutti avevano condannato gli insulti contro Lukaku, a partire dalla Lega Serie A “La Lega Serie A condanna con fermezza ogni episodio di razzismo e ogni forma di discriminazione. Pochi personaggi presenti sugli spalti non possono rovinare lo spettacolo del calcio e non rappresentano il pensiero di tutti i tifosi e appassionati allo stadio, che per fortuna condividono i valori più alti dello sport. Le Società di A, come sempre hanno fatto, sapranno individuare i colpevoli, escludendoli a vita dai propri impianti. La campagna “Keep Racism Out” e l’accordo siglato due settimane fa con Unar sono passi concreti di impegno in questa battaglia, lunga e incessante, che porterà al risultato fissato senza indugi: fuori i razzisti e i loro insulti dagli stadi“.

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