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Messi: «Non vincere nulla con l’Argentina è stato per anni la mia spina nel fianco»

A France Football: «Non ho mai pensato di perdere la finale, nemmeno dopo il 2-2 di Mbappé. Il primo Pallone d’Oro? Allora non c’era nessun gala».

Messi: «Non vincere nulla con l’Argentina è stato per anni la mia spina nel fianco»
Inter Miami CF's Argentine forward Lionel Messi reacts on stage next to his trophy as he receives his 8th Ballon d'Or award during the 2023 Ballon d'Or France Football award ceremony at the Theatre du Chatelet in Paris on October 30, 2023. (Photo by FRANCK FIFE / AFP)

Messi rilascia la prima intervista, a France Football, dopo la vittoria del suo ottavo Pallone d’Oro. Ai primi, suggerisce il giornalista francese che lo ha intervista, avevano contribuito i compagni al Barça. Gli ultimi hanno i colori dell’Albiceleste:

«Non vincere nulla con la nazionale è stato per me come avere una spina nel fianco. Ma negli ultimi anni ho finalmente vinto grandi titoli come la Copa America (nel 2021) e il Mondiale. Questo Pallone d’Oro è un grande riconoscimento per me, ma anche per questo gruppo di giocatori. L’avvio contro l’Arabia Saudita? È stato un momento molto duro perché non ci aspettavamo di iniziare il torneo in questo modo. Sulla carta, era la squadra più abbordabile del girone, anche se ho sempre rispettato tutti gli avversari. Quella sconfitta è stata un duro colpo. Sapevamo che se avessimo fatto un altro passo falso, sarebbe finita».

Durante il percorso in Qatar, particolarmente combattuta è stata la partita contro l’Olanda ai quarti di finale:

«I giorni precedenti loro avevano iniziato a fare dichiarazioni e a provocarci un po’, in particolare van Gaal e Depay. E poi ci fu la partita. Quella sera sono successe molte cose. La rivalità è continuata dentro lo stadio, colpa di quello che è successo prima e durante la partita. Hanno parlato molto prima e alcuni di hanno colto la mia reazione».

Messi sulla finale:

«Abbiamo ampiamente dominato la Francia. Abbiamo tenuto la palla e abbiamo giocato esattamente come volevamo. Avremmo meritato di arrivare alla fine dei tempi regolamentari. Quando Mbappé ha segnato il pareggio non ho mai pensato che la coppa mi potesse sfuggire ancora. Ero convinto che saremmo diventati campioni del mondo».

E le emozioni ai supplementari:

«Sul 3-2, ho pensato fosse finita. Ma la Francia ha pareggiato, poi la parata di “Dibu”… È successo così in fretta che non riuscivo a vederlo bene da dove mi trovavo. Onestamente in quel momento non mi ero reso conto di quello che era successo. Solo più tardi, riguardando il filmato, mi sono reso conto di quanto “Dibu” fosse stato decisivo. Al rigore decisivo mi sono detto: “Va bene, ho vinto tutto”».

Parlando di club, Messi al Psg non ha trovato l’ambiente sperato. E sulla decisione di andare via:

«Il fatto di essere diventato campione del mondo e di aver raggiunto tutti gli obiettivi che mi ero prefissato durante la mia carriera mi ha permesso di pensare oltre l’aspetto sportivo. La mia prima idea è sempre stata quella di  poter giocare di nuovo nel Barcellona e ritirarmi lì come avevo sempre sognato. Ma non era possibile. Quindi abbiamo deciso di venire qui (all’Inter Miami)».

Messi ha chiuso con il calcio europeo:

«Sì. Ho vinto tutto quello che sognavo in Europa, dove ho giocato per tanti anni. Ovviamente mi mancherà giocare in Champions League o giocare nella Liga per il resto della mia vita, partite dal sapore speciale. Ma mi sono divertito il più possibile, quindi non sono pentito. Non mi era mai capitato nella mia carriera di essere fermo per così tanto tempo. Tornerò ad allenarmi a gennaio per rimettermi in forma. Voglio continuare finché non sentirò che non ce la faccio più».

E dopo?

«In linea di principio torneremo a vivere a Barcellona. È la nostra casa, dove abbiamo le nostre abitudini, i nostri amici. Che si tratti di mia moglie, dei miei figli o di me. Ma non ci ho ancora pensato. Voglio godermi i miei ultimi anni da calciatore».

Messi allenatore?
«Non credo, ma sicuramente rimarrò nel calcio perché è tutta la mia vita».

Otto Palloni d’Oro, cosa significano per Messi:

«Il Pallone d’Oro è ovviamente un grande premio. Ma ho sempre detto che per me la cosa più importante sono le soddisfazioni collettive. Ricordo dei miei primi quattro Palloni d’Oro perché ne ho vinti quattro di fila (tra il 2009 e il 2012). Poi ricordo quello del 2015, che seguì una stagione impressionante al Barça, con Luis Enrique come allenatore, durante la quale vincemmo ancora la Champions League con una squadra straordinaria. Ci siamo divertiti tantissimo quell’anno e ne ho un bel ricordo».

E il primo nel 2009:
«Allora non c’era nessun gala come adesso, la presentazione è avvenuta nell’ambito di uno spettacolo televisivo. Sono venuto a Parigi con i miei fratelli, ma non c’erano tutti questi giocatori invitati come oggi».

Con Ronaldo una vera battaglia a chi ne vinceva di più:
«È stata una bella “battaglia” a livello sportivo. Abbiamo alimentato reciprocamente questa rivalità. Inoltre ha sempre voluto vincere tutto, sempre. È estremamente difficile rimanere al vertice per dieci, quindici anni. È stato un momento bellissimo e penso che rimanga un grande ricordo per tutti coloro che ci hanno seguito».

Su Kylian Mbappé e il Psg:

«Per quanto riguarda Kylian, è un po’ la stessa cosa: ha avuto un’ottima stagione, soprattutto un Mondiale spettacolare (8 gol, 2 assist), ci ha quasi rovinato la finale con i suoi gol. A Parigi ho trascorso due anni durante i quali sono successe molte cose, alcune belle e altre meno belle. Ma ormai appartiene al passato e ricordo solo le cose positive: due scudetti di fila. Giocando lì che sono riuscito a diventare campione del mondo»

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