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Koundé: «il razzismo si combatte con sanzioni pesanti, andiamo oltre le campagne di sensibilizzazione»

Il calciatore a Clique: ««Il ritmo delle partite è sempre più sostenuto. È sempre più pericoloso e ci sono sempre più infortuni».

Koundé: «il razzismo si combatte con sanzioni pesanti, andiamo oltre le campagne di sensibilizzazione»
France's defender Jules Kounde eyes the ball during a training session in Clairefontaine-en-Yvelines on November 15, 2023 as part of the team's preparation for upcoming UEFA Euro 2024 football tournament qualifying matches. (Photo by FRANCK FIFE / AFP)

Koundé, difensore del Barcellona e della nazionale francese, si è presentato sul set di “Clique”, dove ha parlato di diversi argomenti: dal razzismo al ritmo incalzante a cui i calciatori sono costretti a giocare.

Il giocatore francese si è detto d’accordo con le parole di Antoine Griezmann, che si era sfogato dopo la partita contro la Germania dicendo: «La Uefa ha molti soldi e non possono usarli tutti per sapere se c’è un gol o no. Dobbiamo chiedere qualcosa in più alla Uefa».

Jules Koundé si sente completamente d’accordo con questa posizione e critica il ritmo intenso degli ultimi anni:

«Il ritmo delle partite è sempre più sostenuto. È sempre più pericoloso con sempre più infortuni».

Koundé ha raccontato anche degli episodi di razzismo che ha subito:

«In campo ho già ricevuto grida di scimmie. Siamo persone prima ancora prima che calciatori, con convinzioni e valori, quindi ovviamente incide. Sarebbe bello andare oltre le campagne di sensibilizzazione contro il razzismo. Le sanzioni dovrebbero essere molto più pesanti»

«Ci viene chiesto di reagire su certi temi e mi piace farlo a modo mio, con i miei tempi. Perché lo voglio io e non perché lo richiede l’opinione pubblica»

«Sto bene con me stesso, nel mio corpo, con la mia personalità. Questo è il primo passo per potersi vestire diversamente»

EL PAÌS E LA POLEMICA SUGLI INFORTUNI

I numerosi infortuni che colpiscono i giocatori in nazionale hanno suscitato un’accesa polemica:

El Paìs torna sulla polemica infortuni in nazionale. In particolare su quella di Gavi. Rafa Cabeleira usa il suo solito sarcasmo per sfottere il cliché della lamentela ad oltranza.

“La Spagna è un Paese con quarantasette milioni di formatori perché non possiamo essere quarantasette milioni di medici: non è fattibile, tanto meno redditizio”, scrive. “Non rinunciamo a dire la nostra quando consideriamo che la nostra parola va ascoltata, come è successo questa settimana con il terribile e sfortunato infortunio di Gavi. Diciamo che ancora una volta abbiamo sfiorato con grande piacere i limiti del grottesco”.

 

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