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Il Napoli non è stato rafforzato e oggi è una squadra molto malata (Corsport)

Natan non è Kim. Così come Cajuste non è ancora neanche l’ombra di Ndombele, e Lindstrom quella di Lozano.

Il Napoli non è stato rafforzato e oggi è una squadra molto malata (Corsport)
Cajuste
Il Napoli non è stato rafforzato e oggi è una squadra molto malata. Lo scrive Alessandro Barbano condirettore del Corriere dello Sport.

Il Napoli è molto malato e la Viola è tanto in salute. Il verdetto del Maradona non giustifica altre verifiche. La squadra di Garcia è l’ombra di quella di Spalletti, che pure contro Italiano ha sempre sofferto. Ma stavolta il tracollo mostra tutta intera la crisi degli azzurri, che hanno archiviato il palleggio veloce, il pressing, le sovrapposizioni tra le linee, per arroccarsi in una postura tattica attendista e confusa, che scopre i limiti di una difesa indebolita.

Natan non è Kim, e soprattutto non ha preso il ruolo del coreano. È Ostigard che ne fa le veci, in assenza di Rrahmani. E non è la stessa cosa. Così come Cajuste non è ancora neanche l’ombra di Ndombele, e Lindstrom quella di Lozano. Il Napoli non è stato rafforzato. E tuttavia resta ancora la squadra più dotata del campionato, ma anche la più in sofferenza.

PAGELLA NAPOLISTA SU GARCIA (E DE LAURENTIIS)

GARCIA (E DE LAURENTIIS). Anche il Napoli di Spalletti soffriva la Viola “italiana” e cartesiana ma questa è una catastrofe, per giunta arrivata dopo le recenti illusioni. Purtroppo, come detto prima, l’autogestione si è dimostrata fallace e stasera il nichilismo del Violinista genera solo caos e ha la sua nefasta epifania nell’agghiacciante sequela dei cambi. Infierire però è un esercizio crudele, anche perché come noi napolisti indichiamo da mesi nel deserto metropolitano la causa prima non causata di questa catastrofe: il presidente che si fece Imperatore e Masaniello, solingo al comando. Solo che adesso il Divo Aurelio è diventato come Nerone e assiste all’incendio di una squadra gioiello e modello suonando la lira e facendosi dire quant’è bello e quant’è bravo. E qualsiasi soluzione prenderà, sarà solo un palliativo, ahimè. Chissà magari riproporrà i ritiri punitivi, annuncerà per la settantaduesima volta il rinnovo di Osimhen, richiamerà Edy Reja, ripescherà il disoccupato Semplici, farà altri tweet alla Pappalardo, per la serie: “Ricominciamo” – 3

Cambia modulo troppo spesso e si impegola in sostituzioni che sembrano rebus matematici che alla fine non comprende nessuno. Diciamo che siamo ripartiti da Bologna e ci siamo fermati a Firenze. Con l’aggravante che la Fiorentina, che ha riposato meno di noi, non ci fa capire nulla – 4  

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