Il Napoli è in crisi. Torni sul mercato e lo faccia ispirandosi a Giuntoli (Barbano)
Sul Corsport. Nelle sostituzioni Garcia continua a dimostrarsi uno scommettitore spericolato e sfortunato. Ieri l'ha rifatto con Osimhen

Mp Cesena 12/08/2023 - amichevole / Juventus-Atalanta / foto Matteo Papini/Image Sport nella foto: Cristiano Giuntoli
Il Napoli è in crisi. Lo scrive Alessandro Barbano sul Corriere dello Sport.
La diagnosi spietata per il Napoli non giunge dal risultato. Che ci può stare contro una squadra così in forma. Ma dalla sua incapacità di reagire. Dalla scomparsa del palleggio come fonte della manovra. Dove mai si è visto nell’era Spalletti un centrocampista che fa quaranta metri con la palla al piede senza sapere a chi cederla? E dove mai si è visto nell’era Spalletti una reazione così confusa allo svantaggio come i trenta minuti finali di ieri? Si aggiunga che le sostituzioni continuano a sortire esiti contrari alle intenzioni. Perché lasciar fuori negli ultimi quindici minuti Osimhen, al netto della sua evidente stanchezza, è quello che si dice una puntata d’azzardo. Se ti riesce, hai ragione. Ma se sbagli, paghi il prezzo. Il nigeriano si è procurato un prezioso rigore, che ha segnato, ha lottato tutta la gara, nel secondo tempo ha fallito un’occasione ma poteva certamente risultare utile per riacciuffare il risultato. Garcia continua a dimostrarsi uno scommettitore spericolato e sfortunato.
Il Napoli è in crisi.
Signori, questa è crisi. Di gioco. Di testa. E di leadership. Sarebbe il caso di prenderne coscienza subito. Nulla è perduto. A patto di metterci mano subito. Poi a gennaio, bisognerà tornare sul mercato, con più fiuto di prima. Magari ispirandosi a Giuntoli.
Il Napoli è in crisi
PAGELLA NAPOLISTA SU GARCIA (E DE LAURENTIIS)
GARCIA (E DE LAURENTIIS). Anche il Napoli di Spalletti soffriva la Viola “italiana” e cartesiana ma questa è una catastrofe, per giunta arrivata dopo le recenti illusioni. Purtroppo, come detto prima, l’autogestione si è dimostrata fallace e stasera il nichilismo del Violinista genera solo caos e ha la sua nefasta epifania nell’agghiacciante sequela dei cambi. Infierire però è un esercizio crudele, anche perché come noi napolisti indichiamo da mesi nel deserto metropolitano la causa prima non causata di questa catastrofe: il presidente che si fece Imperatore e Masaniello, solingo al comando. Solo che adesso il Divo Aurelio è diventato come Nerone e assiste all’incendio di una squadra gioiello e modello suonando la lira e facendosi dire quant’è bello e quant’è bravo. E qualsiasi soluzione prenderà, sarà solo un palliativo, ahimè. Chissà magari riproporrà i ritiri punitivi, annuncerà per la settantaduesima volta il rinnovo di Osimhen, richiamerà Edy Reja, ripescherà il disoccupato Semplici, farà altri tweet alla Pappalardo, per la serie: “Ricominciamo” – 3
Cambia modulo troppo spesso e si impegola in sostituzioni che sembrano rebus matematici che alla fine non comprende nessuno. Diciamo che siamo ripartiti da Bologna e ci siamo fermati a Firenze. Con l’aggravante che la Fiorentina, che ha riposato meno di noi, non ci fa capire nulla – 4