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De Laurentiis: «Kvaratskhelia non è merito di Giuntoli, l’hanno segnalato a mio figlio Edo»

Su Sport Mediaset: «Lui ha indovinato tanti giocatori e ne ha sbagliati altrettanti. Un ottimo professionista che è andato alla Juve con mia grande sorpresa».

De Laurentiis: «Kvaratskhelia non è merito di Giuntoli, l’hanno segnalato a mio figlio Edo»
Ci Napoli 26/09/2023 - campionato di calcio serie A / Napoli-Udinese / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: esultanza gol Khvicha Kvaratskhelia

De Laurentiis è stato intervistato a Castel Volturno e ha deciso di rispondere alle domande riguardanti Cristiano Giuntoli e l’arrivo di Kvara al Napoli

«Giuntoli da sei mesi si era messo in branda, mi continuava a ripetere: mi mandi alla Juventus? E io gli dicevo: cos’è questa storia, improvvisamente sei diventato un sostenitore della Juve? Qui abbiamo sempre considerato la Juve nemica sportiva numero uno. È un altro film, questo! Un direttore sportivo deve avere la cultura dell’umiltà e del lavoro, e lui ce l’aveva».

Si è tornati così a parlare delle trattative di mercato che hanno visto lo stesso Giuntoli come protagonista.

Come ha spiegato il presidente, il georgiano non sarebbe stato il suo asso nella manica:

«Il colpo Kvara? Non è suo, è stata una segnalazione a mio figlio Edoardo che poi è arrivata a Giuntoli. Lui qui ha indovinato tanti giocatori e ne ha sbagliati altrettanti, così va nella vita: è un ottimo professionista che è andato alla Juve con mia grande sorpresa».

Lunga l’intervista del presidente

«Dopo la sconfitta con la Fiorentina ho letto di tutto. Nella vita si possono avere dubbi e va valutato il proprio operato, se c’è stato qualche errore me ne prendo la responsabilità: le scelte di questa estate sono state mie, ovviamente con i miei nuovi collaboratori. Ma da qui a dire di cambiare l’allenatore».

La situazione negativa affrontata da Garcia ha portato molti a chiedersi chi fosse l’ipotetico erede di questo Napoli. Per tutti, sembrava essere Antonio Conte:

«Antonio Conte? Non voglio domande al riguardo, sarebbe un’azione di disturbo. Ho fatto con lui una vacanza anni fa alle Maldive, c’era anche la sua famiglia, e da quel momento abbiamo mantenuto i rapporti. Mi sento ancora con Mazzarri, Ancelotti, Benitez, Reja. Il resto è solo un pettegolezzo che demolisce chi oggi è incaricato di allenare la squadra e che mi infastidisce».

La scelta di dare ancora spazio a Garcia ha più motivazioni. Per De Laurentiis cacciare qualcuno dalla panchina è un’idea da escludere per il momento:

«Un cambio di guida tecnica è sempre traumatico e poi non ci sono in giro tanti allenatori che praticano il 4-3-3 con la difesa alta, come successo con Sarri e Spalletti. In questo periodo ho avuto tanti impegni, ora sono tornato e mi sono riavvicinato alla squadra per darle serenità. Noi siamo il Napoli, ci siamo qualificati in Europa per 15 anni di fila, non è che ogni volta un cerino incendia un pezzo di carta bisogna gridare che va a fuoco tutto. I pompieri siamo noi stessi, le decisioni vanno fatte con serenità e senza errori dettati dalla fretta».

Poi qualche parola anche in merito alla questione scommesse:

«Le scommesse si fanno in maniera ortodossa e poco ortodossa, esiste una centrale ad Hong Kong che fattura più di 50 miliardi di dollari l’anno. Due anni fa parlai di un libro americano “Calcio mafia”, argomento poi ripreso da Raffaele Cantone in “Football clan”, dove si parlava di scommesse. Eppure non si è approfondito l’argomento, adesso se ne torna a parlare anche se non si sa ancora bene in che termini».

E aggiungere subito dopo:

«Non parlo di ludopatia, di vizi, di troppi soldi che girano, di persone poco mature: per quel che mi riguarda sono sempre stato molto attento ad assumere calciatori la cui realtà familiare e provenienza geografica mi assicurassero una certa tranquillità psicologica e una certa tutela».

Osimhen e il Napoli sembrano essere in fase di rottura e De Laurentiis ha parlato del suo attaccante di punta e dell’infortunio che lo ha rallentato:

«Non sono mai stato non sereno nei confronti di Osimhen, ma si è sempre in due in queste cose: io sono rimasto lo stesso, se il suo umore è cambiato non posso farci nulla. Se dopo una stretta di mano (si parla dei colloqui per il rinnovo, ndr) le cose cambiano, la cosa dispiace, ne prendiamo atto ma poi la vita va avanti. Con lui ci sono ottimi rapporti, la scadenza del contratto è nel 2025, c’è tempo. Non dimenticate che ho venduto Koulibaly all’ultimo».

Ora il nigeriano è costretto a restare fermo e il testimone passa ai suoi vice. In attesa, però, si riflette anche sulle possibilità della lunga pausa per la Coppa d’Africa questo inverno. De Laurentiis prosegue

«Dovrebbe essere lasciata la scelta al club di poter mandare o meno in nazionale un giocatore convocato, la possibilità di dire no se si tratta di un’amichevole, per esempio. Se io ho pagato un giocatore 50 milioni e mi torna infortunato, dovrebbero risarcire il club del costo per giorno di tutto il periodo in cui starà fuori. Pensate a Neymar».

 

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