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Per Jenni Hermoso è stato il bacio del diavolo, Rubiales non uscirà più dalla sua vita (El Mundo)

Ha perso la sua vita libera e spensierata. La aspetterà un lungo processo poco piacevole ma senza denuncia non si sarebbe potuta difendere

Per Jenni Hermoso è stato il bacio del diavolo, Rubiales non uscirà più dalla sua vita (El Mundo)
Pachuca's Spanish midfielder Jenni Hermoso smiles after being honoured for her World Cup title before the women's Mexican football league match against Pumas at the Hidalgo stadium in Pachuca, Hidalgo State, Mexico, on September 10, 2023. Spain's football federation chief Luis Rubiales on Sunday said he will resign following the scandal over his kiss on the lips of Women's World Cup champion Hermoso. The controversial 46-year-old has been under fire after he cupped star player Jenni Hermoso's head and forcefully kissed her after Spain beat England 1-0 in the World Cup final in Australia last month. (Photo by Jaime LOPEZ / AFP)

Le dimissioni di Rubiales chiudono il caso soltanto da un punto di vista burocratico, per certi versi politico. Ma a livello personale gli strascichi di quel bacio e di tutto il clamore che ne è seguito, non cesseranno più per Jenni Hermoso la calciatrice spagnola protagonista involontaria di quell’episodio. Ne scrive El Mundo in un articolo molto interessante in cui in qualche modo accosta Jenni a Sophie la protagonista del libro di Styron “La scelta di Sophie”.

La decisione di Jenni Hermoso non ha posto la calciatrice di fronte al bivio epocale della decisione di Sophie che pone il più grande dilemma morale che un essere umano possa affrontare, dovendo scegliere la protagonista del romanzo di William Styron tra la vita di uno dei suoi due figli alle porte di Auschwitz. L’opera, tuttavia, è una metafora dell’autodistruzione che il dubbio può generare, della tragedia di sentirsi colpevoli senza essere colpevoli e della più grande difficoltà che le persone affrontano: prendere decisioni.

La decisione di Jenni non riguardava una vita materiale, né quella dei figli, ma non sarà più in grado di vivere la vita che voleva, una vita libera che le ha permesso di giocare a calcio e persino di dire no a una squadra e ai suoi soldi per amore. Il bacio del Mondiale, del resto, non riguardava l’amore. È stato il bacio del diavolo, che prende forma in tutti i flagelli, sia esso l’abuso di potere o il machismo, a trasformarla nell’icona globale che non ha mai voluto essere. Il sogno realizzato è ora la sua catena, con la quale dovrà convivere ovunque e anche in aula di fronte a Luis Rubiales che, pur rassegnato, non scompare dalla sua vita.

Addio alla scatenata Jenni.

«Se non denunci, non sarai in grado di difenderti». Sopraffatta dalla telefonata che Jenni ha ricevuto direttamente dalla Procura dell’Udienza, la giocatrice ha chiesto di contattare il suo avvocato. Il giorno dopo, ha ascoltato ciò che i suoi consulenti legali le avevano già detto, anche se con più chiarezza e urgenza. I termini per la denuncia contro Rubiales stavano scadendo. (…) Sentiva che le era stato mancato di rispetto, che avevano fatto pressioni sulla sua famiglia e sul suo ambiente, ma le faceva venire le vertigini l’idea di entrare in un processo penale per violenza sessuale, un processo di cui nessuno conosce le conseguenze.

La difesa di Rubiales cercherà nel passato i dettagli di un presunto rapporto di fiducia, comprese le battute che, secondo persone vicine, ci sarebbero nei gruppi WhatsApp frequentati da entrambi e da altre giocatrici. (…) Non sarà piacevole.

(…) Jenni ha parlato del titolo mondiale come del tocco finale alla sua carriera. È difficile per lei avere questo episodio tatuato sulla pelle come gli altri della sua vita, quella vita libera in cui ha trionfato all’Atlético o al Barça senza che il mondo lo sapesse, e in cui ha litigato con il suo agente, René Ramos, fratello di Sergio, come con un qualsiasi altro collega. Ora che il mondo sa della sua vittoria, non riesce nemmeno a liberarsi del rassegnato Rubiales che la sta aspettando in tribunale, della sua catena.

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