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Il basket-mercato Nba: «Stavo dormendo, al risveglio ho saputo che mi hanno venduto a Memphis»

È tutto da definire il destino di James Harden il Barba così come quello di Damian Lillard. Poi un giorno Marcus Smart si sveglia e…

Il basket-mercato Nba: «Stavo dormendo, al risveglio ho saputo che mi hanno venduto a Memphis»
Parigi (Francia) 20/06/2018 - Moda Uomo 2018 / ospiti sfilata Valentino / foto Gwendoline LeGoff/Panoramic/Insidefoto/Image nella foto James Harden

Come in ogni mese di luglio che si rispetti, impazza il mercato in Nba. Anche se, ad oggi, sono pochi i colpi portati a casa dalle franchigie a stelle e strisce. Free Agency compresa. Sono molti, invece, i punti interrogativi. Il destino cestistico di James Harden, per esempio, è tutto da definire. Il Barba, infatti, dopo aver esercitato la Player Option da 35,6 milioni di dollari, è ancora in attesa di un team che possa puntare concretamente su di lui, imbastendo una trade che possa mettere tutti d’accordo. In primis, ovviamente, i Philadelphia 76ers. La Guardia di Los Angeles sarebbe finita nel mirino dei Clippers, oltre che dei Suns e dei New York Knicks. Nelle ultime ore, poi, si parlerebbe insistentemente dei Cavs, pronti a sacrificare sull’altare dell’ex stella di Houston e Brooklyn, addirittura Darius Garland. Si vedrà.

Del resto, quello di Harden, non è l’unico nome altisonante in attesa di una sistemazione. E neanche il più “clamoroso”. Leggasi alla voce “Damian Lillard”. Il play di Oakland, com’è ormai chiaro da settimane, considera concluso il suo percorso con Portland e scalpita per rimettersi in gioco con una nuova canotta, che sia possibilmente competitiva per la vittoria dell’anello. L’offerta dei Miami Heat (uno scambio con Tyler Herro), però, non convince del tutto i Blazers. O per dirla alla Adrian Wojnarovski, il massimo esperto di mercato Nba, in Oregon non ne sono rimasti così impressionati. Magari si muoverà a sorpresa qualche altra franchigia. Non è di certo un mistero il fatto che a Boston accoglierebbero Lillard a braccia aperte. Dopotutto, i Celtics avrebbero le carte giuste da giocare. L’amicizia del vecchio Damian con Jayson Tatum, per esempio. Amicizia cementata dalla spedizione Olimpica di due anni or sono. Per non parlare di un’eventuale contropartita tecnica (come diremmo in Italia) che corrisponderebbe con molte probabilità a Jaylen Brown. Ad ogni modo, siamo ancora nel campo delle ipotesi.

Le certezze: Bruce Brown, fresco Campione con i Denver Nuggets, è passato con gli Indiana Pacers. Kyrie Irving, dopo le (tantissime) voci che lo vedevano lontano da Dallas, ha invece esteso il suo contratto con i Mavericks. Guadagnerà 126 milioni di dollari per tre anni. Nemmeno Kyle Kuzma è cascato male con i Washington Wizards. L’ala grande, infatti, ha esteso il suo contratto per quattro anni ed andrà a percepire circa 102 milioni di dollari. Lonnie Walker IV, dopo la bella “favola” vissuta con i Lakers durante gli ultimi play-off, è finito ai Brooklyn Nets. Non sono ancora stati ufficializzati i termini contratttuali.

Un capitolo a parte lo merita Anthony Edwards. Il ragazzone di Atlanta ha ottenuto da Minnesota un’estensione da 260 milioni di dollari per cinque anni. In pratica, i Timberwolves hanno deciso di farne il volto della franchigia. Non male per un atleta giovanissimo che vanta già una partecipazione all’All Star Game e che, negli ultimi play-off, ha viaggiato con una media di 31,6 punti. Edwards, naturalmente, si dice entusiasta della sua permanenza in Minnesota. E come potrebbe essere altrimenti? Stiamo parlando di uno dei prospetti più talentuosi e “riconoscibili” della Lega.

Concludiamo con il saluto malinconico di Marcus Smart ai “suoi” Boston Celtics. La trade che ha coinvolto il nativo di Dallas e che lo ha visto catapultato improvvisamente a Memphis, è stata accolta dagli appassionati, nonché dallo stesso Marcus, come una sorta di fulmine a ciel sereno. Alla fine dei play-off, infatti, erano in pochi a pensare ad un eventuale addio della guardia ai Celtics. Ecco una parte delle sue dichiarazioni al riguardo: “Stavo dormendo e l’ho saputo al mio risveglio. Certo che è stato scioccante venirlo a sapere così, soprattutto dopo che la settimana prima avevo parlato con la società e mi era stato detto che non c’era nulla di cui preoccuparsi, nessuna voce riguardo ad un possibile scambio, e che ero a posto così. Capisco che sia un business, ma magari una cortesia in più me la sarei aspettata. Bastava dirmi: ‘Hey, guarda che stiamo esplorando delle idee di scambio’, o magari ‘Guarda che potremmo cederti’, mi sarebbe bastato.” Anche questo è il mercato Nba.

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