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«Agnelli personaggio chiave delle manovre stipendi, ha tentato di occultare i debiti della Juventus»

Il Tribunale Figc ha pubblicato le motivazioni della sentenza: «provata con ragionevole certezza la sua responsabilità, senza di lui impossibile l’intesa con i calciatori”

«Agnelli personaggio chiave delle manovre stipendi, ha tentato di occultare i debiti della Juventus»
Juventus FC President Andrea Agnelli reacts during the final of the Italian Cup (Coppa Italia) football match Atalanta vs Juventus on May 19, 2021 at the Citta del Tricolore stadium in Reggio Emilia. (Photo by MIGUEL MEDINA / AFP)

Il Tribunale Federale Nazionale ha pubblicato le motivazioni della sentenza che ha portato all’inibizizione dell’ex presidente della Juventus Andrea Agnelli in relazione alle “manovre stipendi”. Agnelli è stato condannato a 16 mesi di inibizione e al pagamento di una multa da 60mila euro.

Secondo il tribunale, Agnelli è stato fondamentale nell’ambito manovre stipendi, ovvero gli accordi privati tra società e calciatori per la rinuncia, poi rivelatasi falsa, a una serie di mensilità durante l’emergenza Covid.

Nel dispositivo pubblicato sul sito della Figc si legge:

«Nel merito, il Collegio ritiene provata con ragionevole certezza la responsabilità del dott. Andrea Agnelli».

«quanto alla manovra stipendi 2019-2020, […] costituisce dato di fatto oggettivo che la stessa abbia avuto quale effetto immediato e concreto di evitare l’appostazione in bilancio di costi e/o debiti per circa 90 milioni di euro, onde non può dubitarsi della contrarietà di siffatto modus operandi al principio contabile di competenza economica e, conseguentemente, anche della violazione del principio di par condicio con le altre società consorelle della Lega Nazionale Professionisti Serie A in punto di equilibrio economico finanziario».

Lo scopo della manovra stipendi, scrive il Tribunale Figc,

«era quello di rappresentare all’esterno una situazione economico-patrimoniale diversa da quella reale e, in
particolare, con una minore esposizione debitoria».

Lo provano le conversazioni Whatsapp con il capitano Chiellini e il resto della rosa, scrivono i giudici, con la raccomandazione di non diffondere alla stampa, “per questioni legislative di Borsa”, l’effettivo contenuto dell’accordo.

Anche escludendo che Agnelli sia stato «l’unico ideatore della manovra, di certo non può verosimilmente escludersi che sia stato parte integrante ed essenziale della manovra».

«Per quanto visto, però, tanto non è avvenuto, in quanto scopo della fittizia operazione, al momento della sua ideazione e realizzazione, era quello di rappresentare all’esterno una situazione economico-patrimoniale diversa da quella reale e, in particolare, con una minore esposizione debitoria».

E quindi

«le risultanze istruttorie consentono di affermare con ragionevole certezza l’apporto causale del dott. Andrea Agnelli nella cd. manovra stipendi 2019/2020».

Agnelli era pienamente consapevole della situazione del bilancio. Sia nella prima che nella seconda manovra.

In relazione alla manovra stipendi 2020/2021,

«deve evidenziarsi quanto all’apporto causale del dott. Andrea Agnelli la piena consapevolezza dello stesso in ordine alla situazione economico-finanziaria della società. […]. Ed è altresì evidente l’identità di scopo e di modalità, con le opportune variazioni del caso, con la manovra stipendi dell’anno precedente. Anche per la seconda manovra non può non affermarsi che, senza il consenso e l’adesione del Presidente del sodalizio, non sarebbe stato possibile raggiungere alcuna intesa con i calciatori, circostanza di per sé idonea a rendere prive di pregio le osservazioni della difesa in ordine alla provvisorietà dei file sequestrati presso lo studio del legale esterno, nonché in ordine al tecnicismo sotteso ai contratti di novazione e di rinuncia asseritamente ignorato dal Presidente Agnelli, personalità di spicco e di indubbia competenza nel mondo sportivo ed imprenditoriale».

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