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Musetti: «Sinner, Rune e Alcaraz hanno saputo gestire meglio la pressione, a me costa di più»

A Marca: «Alcaraz è un lavoratore e merita di essere dove si trova. E’ regolare: vince molte volte senza giocare al 100%, è la grande differenza rispetto a me».

Musetti: «Sinner, Rune e Alcaraz hanno saputo gestire meglio la pressione, a me costa di più»
Italy's Lorenzo Musetti returns the ball to Serbia's Novak Djokovic during their Monte-Carlo ATP Masters Series tournament round of 16 tennis match in Monte Carlo on April 13, 2023. (Photo by Valery HACHE / AFP)

Marca intervista Lorenzo Musetti. 18° classificato a 21 anni, ha vinto due titoli ATP, ad Amburgo e Napoli, e ha collezionato cinque vittorie contro tennisti top 10. Al Roland Garros potrebbe vedersela con Carlos Alcaraz in un ipotetico ottavo di finale. Musetti parla dei suoi progressi e della sua carriera.

«Il mio sogno fin dall’infanzia è vincere il Grande Slam e diventare numero uno. E’ il motivo per cui ho scelto questa vita. Ogni giorno lavoro per essere più professionale e migliorare dal punto di vista mentale in modo che un giorno potrò raggiungere quegli obiettivi».

Sei della stessa generazione di Alcaraz. Cosa rende il murciano diverso dagli altri tennisti della sua età? Musetti:

«È un giocatore unico per il suo talento. Ciò che ha ottenuto nelle ultime due stagioni è ammirevole e sono felice per lui. Posso dire di averlo battuto ad Amburgo in una delle mie migliori partite. Speriamo di poterci incontrare molte altre volte. Auguro il meglio a Carlos perché è un amico sia in pista che fuori. È un lavoratore e merita di essere dove si trova».

Il fatto di averlo battuto ti fa sperare di ottenere lo stesso risultato? Musetti:

«Sì, certo. Credo che ciò che lo contraddistingue sia la sua costanza, la regolarità dei suoi risultati. Questo è ciò che senza dubbio manca a me e ci lavoro. Alcaraz vince molte volte senza giocare al 100%, motivo per cui la sua percentuale di partite vinte è alta. È la grande differenza tra la sua classifica e la mia».

Ci si aspettava molto da te da molto tempo. È stato difficile per te gestire la pressione? Musetti:

«Sì, è la stessa pressione che possono sentire Sinner, Rune o Alcaraz. Hanno saputo gestirla meglio, a me sta costando di più. Ognuno è diverso e ha i suoi problemi. Devo essere paziente e farmi strada. Ora mi sento meglio e penso che quest’anno posso fare un ulteriore passo in avanti».

All’inizio del tour europeo sulla terra battuta, hai battuto per la prima volta a Montecarlo un numero uno come Novak Djokovic. È la vittoria più importante della tua carriera? Musetti:

«Senza dubbio, non avevo mai battuto un rivale come Djokovic. Ho battuto il numero uno e quello che per me è il più grande avversario che puoi affrontare sul circuito. È chiaro che non era nella sua forma migliore, ma batterlo è sempre difficile e non lo dimenticherò mai».

Le tribune del Montecarlo Country Club sono state praticamente tutte a tuo favore. Ti ha sorpreso?

«Montecarlo è al confine con l’Italia e ci vivo ormai da tre anni. Mi sento a casa. Conosco il club e tutti i lavoratori. Avevo tutta la mia famiglia sugli spalti. È vero che sono venuti gli italiani e molti tifosi locali mi hanno incoraggiato. Suppongo che abbiano visto un ragazzino che cercava di battere il numero uno del mondo ad ogni tiro, ad ogni punto, che metteva tutta la passione in questo…».

Musetti si schiera: tra Nadal, Federer e Djokovic preferisce Federer.

«Il mio preferito è sempre stato Federer, per la sua eleganza. Se la domanda è su chi finirà per vincere di più, direi Djokovic. È in buona forma e penso che vincerà qualche altro titolo del Grande Slam».

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