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Armani: «Preferisco gli allenatori che vestono in giacca e cravatta, ma Spalletti indossa bene anche la tuta» 

Al CorMez: «Quando arrivai a Napoli per la prima volta da Milano fui sconvolto dal caos, poi ne rimasi ipnotizzato.  Napoli è una città senza eguali».

Armani: «Preferisco gli allenatori che vestono in giacca e cravatta, ma Spalletti indossa bene anche la tuta» 
2009 archivio Image / Spettacolo / Giorgio Armani / foto Imago/Image

Il Corriere del Mezzogiorno intervista Giorgio Armani, che con EA7 dal 2021 veste calciatori e staff del Napoli. Armani racconta i cambiamenti delle maglie del club:

«I cambiamenti della maglia sono stati legati a fasi di gioco, momenti del campionato ma anche a momenti di ironia e humor tipicamente partenopei. Sono stati necessari, e per questo benvenuti e stimolanti».

I quartieri di Napoli sono addobbati per lo scudetto con maglie cartonate su cui sono riprodotti i volti dei giocatori e il design e il logo della maglia. Ad Armani viene chiesto se è infastidito dall’uso disinvolto dell’immagine EA7.

«Non mi infastidisce affatto. Al contrario mi appassiona, incuriosisce e, se posso, intenerisce. Che la maglia diventi oggetto di un simile processo di appropriazione è segno che è parte profonda della cultura popolare. In questo senso, per tornare a quanto dicevamo prima, diventa anch’essa davvero senza tempo».

Armani si pronuncia sul murale di Maradona nei Quartieri Spagnoli, diventato meta di pellegrinaggio:

«La cultura popolare mi affascina nella sua energia e multiformità, anche se, certo, è lontana da me come persona. Il paganesimo sportivo del murale di Maradona è un fenomeno degno di nota, un’espressione colorita dello spirito del luogo e stimola la mia curiosità».

Armani sulla specificità della sua collaborazione con il Napoli:

«La specificità di questa collaborazione nasce forse dal fatto che in pochi luoghi come a Napoli il calcio è parte della cultura cittadina. In termini di abbigliamento, tecnico e non, quanto ho creato non differisce da altre collaborazioni, ma in termini di dialogo con la città e i suoi abitanti è unica».

Armani su Napoli:

«L’emozione di una vittoria sportiva è elettrizzante, unisce: io la condivido con i napoletani. Ricordo la mia prima visita in città: arrivando da Milano, fui inizialmente sconvolto dal caos, per poi rimanerne ipnotizzato. Davvero
Napoli è una città senza eguali».

Spalletti ha scelto come divisa ufficiale la tuta. Condivide questa scelta o preferisce gli allenatori in giacca e cravatta? Armani:

«È una scelta personale. Da un certo punto di vista riflette tempi meno formali e più inclini a uno stile rilassato. Dall’altro, la figura del mister vestito di tutto punto, in giacca e cravatta a bordo campo, è un’immagine di grande eleganza che mi piace sempre molto e mi spiacerebbe che venisse accantonata. C’è da dire che mister Spalletti indossa bene anche la tuta. In fondo, l’ho disegnata io».

Come sarà la maglia del prossimo anno con lo scudetto? Armani:

«Sicuramente con il tricolore sul petto».

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