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L’inferno dopo Napoli-Salernitana, la metro non ha mai funzionato: tre ore per tornare a casa

POSTA NAPOLISTA – I treni non passavano, pare per un fumogeno a piazza Amedeo. Tanti sono rimasti per strada. Ci ha salvati un tassista

L’inferno dopo Napoli-Salernitana, la metro non ha mai funzionato: tre ore per tornare a casa

Vi abbiamo scritto della vergognosa domenica dei trasporti a Napoli (leggere qui e qui), pubblichiamo qui la testimonianza di una nostra lettrice che è andata allo stadio a piedi con i genitori e che racconta tutto quel che ha dovuto subire al ritorno.

Ieri 17.30 eravamo fuori dallo stadio da dove ci hanno giustamente cacciato, poiché mio padre non deambula bene ci siamo diretti lentamente verso la metropolitana di piazzale Tecchio. Metropolitana dove chiaramente c’era il solito panico post-partita, con gente assiepata perché gli ingressi venivano contingentati, al di là dei fumogeni per l’occasione speciale.

Aspettiamo un quarto d’ora circa e vediamo che però la folla non scema per niente, quindi a quel punto ci spostiamo, aspettiamo un altro quarto d’ora e a questo punto verso le 18.15 vado a chiedere a degli ufficiali di polizia ferroviaria se comunque i treni stessero passando in entrambe le direzioni, oppure solo verso Pozzuoli, visto che noi dovevamo raggiungere Gianturco dove avevamo parcheggiato l’automobile.

Mi dicono che stanno partendo anche quelli da Pozzuoli in direzione Stazione Centrale e quindi Gianturco. A quel punto, lentamente, nel tentativo di trovare meno folla, ci dirigiamo a piedi alla stazione di Cavalleggeri d’Aosta. Dove però troviamo altra folla, un sacco di gente che tornava indietro in direzione contraria alla nostra. Ci dicono che le metropolitane non stanno passando, qualcuno dice per qualche fumogeno acceso e varie ed eventuali.

A quel punto ci ripariamo sotto una pensilina perché intanto comincia a piovere. Ogni tot torniamo verso la metropolitana per sapere se si è sbloccata la situazione, niente. Chiaramente in quel momento non c’erano taxi, nessuna compagnia. Abbiamo chiamato tutte le compagnie a più riprese, chi metteva subito giù il telefono, che invece rispondeva e diceva che non c’erano taxi disponibili dopo un’attesa di circa un quarto d’ora.

Alla fine per fortuna io sono andata in Cumana attraversando il cavalcavia tra Cavalleggeri e viale Kennedy. Lì comunque non avrei potuto portare mio padre. Ho beccato qualche altro taxi impegnato fino a che non ho trovato un tassista con luce accesa che mi ha detto che ci avrebbe portato a casa. Erano intanto le otto meno dieci. Anche perché nel frattempo sia mia madre che un’altra signora che erano alla pensilina ad aspettare, andavano continuamente a controllare se la metropolitana si fosse sbloccata. E invece non era mai ripartita.

Io non so effettivamente se dal momento della fine della partita siano state effettuate un paio di corse poi basta, o proprio niente. Il tassista ci ha detto che il tutto era dipeso da un bengala acceso a piazza Amedeo (altra stazione della metropolitana, ndr). Fatto sta che quando sono arrivata a Gianturco a prendere la metro, perché poi dovevo tornare a casa mia, tutti i treni – anche in direzione di Pozzuoli, Campi Flegrei – risultavano o con ritardo di 120 minuti oppure con un ritardo non meglio specificato. È come se la metro fosse ferma in entrambe le direzioni. E la cosa allucinante era che ieri poi io dovevo tornare a Gianturco ma c’era gente che doveva tornare a Caserta. Il taxi che ho preso, veniva bloccato da persone per strada che chiedevano: “perché non rispondete al telefono? Noi dobbiamo andare a Caserta, come dobbiamo fare?” Non so quando si sia sbloccata ma di fatto per almeno quattro ore la metropolitana non è stata in funzione. Tra l’altro non c’erano autobus, c’era solo la metro linea 2 per raggiungere la Stazione da Fuorigrotta e non funzionava.
Claudia Tramontano

 

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