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Garanzini: vergognosa la genuflessione del Milan agli ultras. Un mix di teppisti e avanzi da galera

Su La Stampa. Ormai sono loro a chiederti conto delle sconfitte, non i club. Sono loro a decidere se accettare le scuse o passare alle maniere più forti

Garanzini: vergognosa la genuflessione del Milan agli ultras. Un mix di teppisti e avanzi da galera

Una vergogna, anzi, molto più di una vergogna. E’ così che Gigi Garanzini definisce, su La Stampa, la “genuflessione” del Milan – squadra intera e allenatore – di fronte alla curva dei suoi ultras, a La Spezia, dopo la sconfitta sul campo. Garanzini usa parole durissime. Il calcio italiano, scrive, ha 5 squadre nelle semifinali delle coppe europee eppure, tra razzismo e ultras continua a farsi male da solo.

“Quando non sono i cori razzisti sono le convocazioni diramate dagli ultras, è la gogna cui ti devi sottomettere perché hai perso una partita che non dovevi. E sono loro a diramare le convocazioni per chiedertene conto subito, a caldo, non la società che ti paga. Sono loro che pretendono la tua genuflessione sotto la gradinata, sono loro a decidere se accettare o meno le tue scuse o passare alle maniere più forti. In certe categorie, in tante piazze minori è prassi costante. Ma che succeda anche alle due squadre di Milano, a chi rappresenta una città europea per antonomasia è qualcosa più di una vergogna”.

Garanzini continua: la squadra che l’anno scorso ha vinto lo scudetto e che ora si giocherà la semifinale di Champions è stata costretta a chinare il capo davanti ai suoi ultras.

“è stata costretta (?) a schierarsi a capo chino davanti agli ultras, a prender buona nota dei loro berci, a scusarsi per aver perso una partita. E in ogni caso a tirar fuori i coglioni, ritornello ineludibile, sin da domani sera, sapendo in partenza che se la rimonta dovesse mai riuscire il merito sarebbe loro, loro degli ultras, che gliele hanno cantate chiare”.

La stessa cosa accaduta con gli ultras dell’Inter sempre nello stesso stadio due mesi fa, ricorda Garanzini.

“Sotto la curva – venite sotto la curva – il refrain minaccioso è sempre quello, sul tessuto musicale di Guantanamera. E anche i nerazzurri erano accorsi, Lukaku e Dimarco in testa, a sorbirsi l’intemerata di quel mix di fanatici, teppisti, con la partecipazione nient’affatto straordinaria di qualche buon avanzo di galera”.

Garanzini, in chiusura, cita Maldini: cosa ne pensa lui, che con gli ultras non ha mai voluto avere niente a che fare?

“Già, la dignità. Quella di Paolo Maldini, un fuoriclasse in campo e fuori che con quella gente non ebbe mai nulla a che fare: e per questo si vide rovinare la festa del suo addio a San Siro. Ma a testa alta. Non a capo chino”.

 

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