ilNapolista

Ziliani: nel 2015 la Juventus definiva gli insulti razzisti “catartici”

Su Il Fatto riporta alcuni stralci del dossier sulla lotta al razzismo nel calcio: “la decisione più saggia è tollerare. Le sanzioni sono controproducenti”

Ziliani: nel 2015 la Juventus definiva gli insulti razzisti “catartici”
Inter Milan's Belgian forward Romelu Lukaku reacts at the end of the Italian Serie A football match between Inter Milan and Monza at the San Siro Stadium in Milan, on April 15, 2023. (Photo by GABRIEL BOUYS / AFP)

Nella “Relazione sulla lotta contro la discriminazione e il razzismo nel calcio” presentata dalla Juventus nell’autunno del 2015, il club bianconero parla degli insulti razzisti come di pratiche catartiche. Lo scrive Paolo Ziliani, su Il Fatto Quotidiano. Ziliani riporta alcuni stralci del dossier di 84 pagine firmato dalla Juventus, la cui conclusione è che, in pratica, il problema razzismo negli stadi è irrisolvibile, scrive.

““Un approccio pragmatico – si legge a fine dossier, a pag. 73 – suggerisce che l’insulto collettivo basato sull’origine territoriale sia difficilmente sradicabile con l’applicazione di veti e sanzioni. Secondo il timore espresso da un noto esperto e attivista i tifosi, semplicemente, non capiranno e diventeranno meno ricettivi sulla necessità di disciplinarsi nell’uso di un vocabolario discriminatorio, sessista o razzista”. E dunque: “In conclusione, la decisione più saggia sulla discriminazione territoriale consiste forse nel tollerare, temporaneamente, queste forme tradizionali di insulto catartico (…) Le sanzioni collettive non sono ammesse nei sistemi giudiziari ed educativi delle democrazie progredite. Sono infatti considerate eticamente scorrette, illegali e controproducenti. È quindi difficile capire perché dovrebbero rivelarsi efficaci nel mondo del calcio””.

Ziliani continua:

“Ma non è tutto. Se l’insulto razzista assume connotazioni particolarmente odiose (vedi il verso della scimmia rivolto dall’intera curva juventina, 5 mila persone, all’indirizzo di Lukaku due settimane fa), “la correttezza politica ha storicamente dimostrato –si legge – che lo humour costituisce una risposta di grande efficacia agli atti discriminatori. Le reazioni spiritose, come quella di Dani Alves riportata nel paragrafo 2-4 (al lancio di una banana il giocatore brasiliano rispose, ai tempi del Barça, sbucciandola e mangiandola, ndr) hanno un impatto positivo sotto diverse angolazioni (…) l’umorismo raggiunge un esteso gruppo di persone, attira l’attenzione, si diffonde rapidamente e resta impresso nella memoria””.

 

ilnapolista © riproduzione riservata